Quando scadrà il blocco dei licenziamenti si perderà il 7% dei posti di lavoro

Il consigliere nazionale di Unimpresa Giovanni Assi: “Per fronteggiare le conseguenze della pandemia e mantenere i livelli occupazionali, il governo anziché intervenire con misure strutturali ha confezionato l’ennesimo pasticcio”

Quando scadrà il blocco dei licenziamenti si perderà il 7% degli occupati

“Il mantenimento dei livelli occupazionali non può e non deve ottenersi per pochi mesi con le tasche degli imprenditori, ma deve essere la naturale conseguenza di misure durature nel tempo che permettano di pianificare e programmare le attività delle imprese, anche perché i divieti non potranno durare all’infinito e allo scadere degli stessi il risultato è già calcolato in una riduzione degli occupati stimata nella misura tra il 5% ed il 7%”. Lo scrive in un approfondimento sul decreto agosto il consigliere nazionale di Unimpresa, Giovanni Assi.

“Per fronteggiare le conseguenze dell’emergenza epidemiologica da Covid19 e mantenere i livelli occupazionali il governo, anziché intervenire con misure strutturali che stimolino il nostro sistema economico, ha confezionato l’ennesimo pasticcio pensando bene di continuare ad imporre alle aziende determinati comportamenti al limite dell’incostituzionalità già di fatto violata (salvo poi fare un passo indietro cancellando quanto stabilito) con l’obbligo della prosecuzione dei contratti a tempo determinato, continuando ad imporre il divieto di licenziamento che, inizialmente in vigore dal 17 marzo al 17 agosto, è stato ulteriormente esteso dal decreto agosto”.

“Ma questa volta - prosegue - il governo si è davvero superato con la proroga mobile del blocco dei licenziamenti, scattata dal 18 agosto, seminando panico tra le imprese che stanno tentando di sciogliere tutti i dubbi che l’art. 14 del dl 104, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 14 agosto, n. 203, ha portato con se esponendo fortemente l’imprenditore a impugnative con il rischio di incorrere in sede giudiziale all’ipotesi di condanna al risarcimento unitamente alla reintegra nel posto di lavoro”.

Secondo il consigliere nazionale di Unimpresa, “il pasticcio prevede diverse ipotesi in cui le aziende dovranno identificarsi: da una parte il divieto di licenziamento sarà legato all'utilizzo della Cig di emergenza, per tutte e 18 le nuove settimane, dall’altro, in alternativa, il divieto sarà legato all’esonero contributivo che può durare fino a 4 mesi, allungando, così, per molte imprese il divieto di licenziamento tra metà novembre e fine anno: condizionare la facoltà di licenziamento non solo alla integrale fruizione degli ammortizzatori Covid ma anche, seppur in via alternativa, alla fruizione di questo esonero, risulta una scelta non condivisibile”.

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