L’Italia è una Repubblica fondata sul (la precarietà del) lavoro

Il mercato continua nel complesso a mostrare segnali di ripresa in Italia, ma sotto il tavolo si nasconde un’amara realtà: a risalire sono soprattutto i contratti precari e a termine

Una Repubblica fondata sul (la precarietà del) lavoro

Prosegue il trend positivo per il mercato del lavoro. Ma c’è una significativa appendice. Nei primi 11 mesi dello scorso anno l’Inps ha registrato un saldo positivo di oltre 980 mila contratti di lavoro, frutto delle oltre 6,6 milioni di attivazioni nel settore privato (escluso il lavoro agricolo e domestico) e di più di 5,6 milioni di cessazioni. A salire sono sia i contratti a tempo indeterminato che hanno registrato una variazione netta (assunzioni, più trasformazioni meno cessazioni) pari a +164.210 rapporti. Quelli a termine segnano un valore sensibilmente più elevato +497.467.

Il segnale positivo del mercato del lavoro è la ripresa delle assunzioni: nel periodo gennaio-novembre 2021 sono state 6.616.000, registrando un aumento rispetto allo stesso periodo del 2020 (+22%) dovuto alla crescita progressiva iniziata a marzo 2021. Tale incremento ha riguardato tutte le tipologie contrattuali, risultando tuttavia più accentuato per le assunzioni stagionali (+32%) e in somministrazione (+29%), mentre è stato pari al 27% per l’apprendistato, al 23% per i contratti intermittenti e al 19% per i contratti a termine; in crescita moderata anche le assunzioni a tempo indeterminato (+13%). Rispetto al 2019 le assunzioni risultano diminuite del 5%; solo stagionali e somministrazione risultano in aumento, sempre con riferimento all’intero periodo gennaio-novembre.

Resta in crescita il saldo annualizzato, ovvero la differenza tra i flussi di assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi, che identifica la variazione tendenziale delle posizioni di lavoro (vale a dire la differenza tra le posizioni di lavoro in essere alla fine del mese osservato e il valore analogo alla medesima data dell’anno precedente).

A partire da marzo 2021 il saldo annualizzato è tornato, dopo la fase recessiva dovuta alla pandemia, alla crescita raggiungendo nel mese di novembre il valore di 636 mila unità. Risulta, inoltre, positivo per tutte le tipologie contrattuali. In particolare, per il tempo indeterminato la variazione positiva risulta pari 178 mila unità; ancora più consistente risulta l’incremento del tempo determinato (+275 mila) e rilevante pure quello dei contratti di somministrazione (+78 mila).

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