Disoccupati e sottoccupati: sono mezzo miliardo a livello globale

Il direttore dell’International Labour Office, Guy Ryder: “Per milioni di persone è sempre più difficile costruirsi una vita migliore attraverso il lavoro”

Disoccupati e sottoccupati: sono mezzo miliardo a livello globale

Quasi mezzo miliardo di persone lavora meno ore retribuite di quanto vorrebbe o non ha accesso adeguato al lavoro retribuito. A sostenerlo è il World Employment and Social Outlook: Trends 2020.

La disoccupazione, che nel 2020 dovrebbe aumentare di circa 2,5 milioni, a livello globale è stata pressoché stabile negli ultimi nove anni, ma il rallentamento della crescita implica che all’aumentare della forza lavoro a livello mondiale non corrisponda un incremento tale di posti di lavoro da assorbire i nuovi ingressi nel mercato del lavoro.

Ecco allora che “per milioni di persone, è sempre più difficile costruirsi una vita migliore attraverso il lavoro - ha dichiarato il Direttore Generale dell’OIL, Guy Ryder -. La persistenza delle disparità e dell’esclusione legata al lavoro impedisce loro di trovare un lavoro dignitoso e di costruire un futuro migliore”.

Il rapporto mostra che la discrepanza tra l’offerta e la domanda di lavoro non è solo una questione legata alla disoccupazione, ma anche ad un’ampia sottoutilizzazione della forza lavoro. Oltre al numero totale di disoccupati nel mondo di 188 milioni, 165 milioni di persone hanno un lavoro con retribuzione inadeguata e 120 milioni hanno rinunciato a cercare attivamente nel mercato del lavoro o non hanno accesso al mercato del lavoro. In pratica, oltre 470 milioni di persone nel mondo fanno fronte a questo tipo di problemi. 

Un altro dato sconcertante è che 267 milioni di giovani (15-24 anni) non lavorano, non studiano e non frequentano corsi di formazione, mentre sono ancora più numerosi coloro che lavorano con condizioni di lavoro sub-minime.

“La sottoutilizzazione della forza lavoro e la scarsa qualità del lavoro indicano che le nostre economie e società stanno perdendo i potenziali benefici di un enorme riserva di talenti umani - spiega Stefan Kühn, autore principale del rapport -. Sarà possibile individuare un percorso di sviluppo sostenibile e inclusivo solo affrontando questo tipo di disuguaglianze nel mercato del lavoro e di disparità nell’accesso al lavoro dignitoso”. 

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