
In Francia esistono territori dove la disoccupazione di lunga durata è diventata quasi zero. Il segreto si chiama “Territoires Zéro Chômeur de Longue Durée”, un progetto lanciato nel 2016 e sostenuto dallo Stato francese per offrire un lavoro a tempo indeterminato a chi da anni non trovava occupazione.
Le persone vengono assunte in imprese locali create appositamente, che svolgono attività socialmente utili, adattate alle competenze dei lavoratori e senza fare concorrenza al mercato.
Dai primi 10 territori a un esperimento nazionale
Dopo una prima fase in dieci aree pilota, nel 2021 il programma è stato esteso ad altri 50 territori, coinvolgendo migliaia di persone.
Secondo la valutazione ufficiale pubblicata dal Ministero del Lavoro, il 75% dei beneficiari sarebbe restato disoccupato per almeno un altro anno senza questa misura. Con il programma, il reddito medio mensile è raddoppiato, passando da 700 a 1.500 euro: un cambiamento radicale per famiglie e comunità.
Un investimento che conviene anche allo Stato
Il costo? Alto, ma sostenibile. Lo Stato finanzia salari e imprese, ma risparmia su sussidi, sanità e assistenza. Secondo l’analisi del Kiel Institute, il ritorno economico è tangibile: 8.000 euro per persona in benefici diretti già nel primo anno, pari a circa metà dei costi del programma. Senza contare i vantaggi “intangibili”: migliore salute mentale, coesione sociale, senso di dignità ritrovato.
Una lezione anche per l’Italia
Questo modello sociale sta attirando l’attenzione anche oltre i confini francesi. In un’epoca in cui l’automazione e la precarietà mettono a rischio milioni di lavoratori, l’esperienza dei “territori a disoccupazione zero” mostra che includere chi è stato lasciato indietro è possibile — e conviene a tutti.









