
Amazon ha annunciato il taglio di 14.000 posti di lavoro tra i colletti bianchi, con l’obiettivo di rendere la propria struttura “più snella e meno burocratica”. Dietro la decisione, però, non c’è solo la razionalizzazione dei costi: il gruppo guidato da Andy Jassy punta a liberare risorse per investire con ancora più forza nell’intelligenza artificiale, considerata la tecnologia più dirompente dai tempi di Internet.
Un piano da 30.000 tagli, il più grande della storia di Amazon
Secondo indiscrezioni, il piano di riduzione complessiva potrebbe arrivare a 30.000 posizioni, il più esteso mai registrato nella storia dell’azienda per il personale impiegatizio. I nuovi tagli, attesi per gennaio 2026, permetteranno di “rafforzare Amazon riducendo la burocrazia e riallocando risorse verso le aree più strategiche”, ha spiegato Beth Galetti, responsabile delle risorse umane del gruppo.
“L’IA cambierà tutto”: la rivoluzione secondo Amazon
“Molti si chiedono perché riduciamo la forza lavoro mentre i conti vanno bene. Ma il mondo sta cambiando rapidamente, e l’IA è la tecnologia più rivoluzionaria che abbiamo visto dai tempi di Internet”, ha dichiarato Galetti. Il CEO Jassy aveva già avvertito nei mesi scorsi che l’avvento dell’intelligenza artificiale avrebbe ridisegnato la forza lavoro, una tendenza condivisa anche da Microsoft, Salesforce e UPS, quest’ultima con 48.000 tagli nel 2024.
Corporate America tra efficienza e licenziamenti
La spinta verso l’IA sta trasformando le grandi aziende USA: da un lato aumenta la produttività e riduce i costi, dall’altro rende superflue migliaia di posizioni. Goldman Sachs, nonostante gli utili in crescita, avrebbe già avvisato i dipendenti di nuovi tagli in arrivo legati proprio all’automazione e all’integrazione dell’intelligenza artificiale nelle attività finanziarie.
OpenAI cambia pelle: da non profit a colosso commerciale
Intanto OpenAI si riorganizza per sostenere gli investimenti miliardari necessari a sviluppare modelli sempre più avanzati. Dopo mesi di trattative, la società di Sam Altman è diventata una Public Benefit Company, ribattezzata OpenAI Group Pbc, con Microsoft che ne detiene il 27%. La quota di Redmond vale oggi 135 miliardi di dollari, contribuendo a spingere la capitalizzazione di Microsoft oltre i 4.000 miliardi, superando per la prima volta Apple.
Nvidia supera tutti e punta sull’Asia
La corsa non si ferma a Silicon Valley. Nvidia, leader globale nei chip per l’IA, ha raggiunto una valutazione record di 4.750 miliardi di dollari e ha annunciato un investimento da 1 miliardo in Nokia. Il colosso californiano guarda ora all’Asia, con nuovi contratti in arrivo con Samsung e Hyundai, mentre resta penalizzato dalle restrizioni commerciali tra Washington e Pechino.
L’IA come spartiacque dell’economia mondiale
La transizione in corso segna una nuova era industriale: l’intelligenza artificiale è diventata la frontiera su cui si decide la competitività del futuro. E mentre Amazon, OpenAI e Nvidia corrono, il mondo del lavoro si prepara a una trasformazione epocale, in cui la tecnologia crea valore ma ridisegna ruoli, competenze e occupazione.





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