L’innovazione del Portogallo sullo smart-working

Il paese iberico approva nuove norme: è il primo nell’Ue

L’innovazione lusitana sullo smart-working

Con una mossa a sorpresa il Portogallo rende più semplice la vita ai lavoratori, ribilanciando quell’equilibrio vita-lavoro che la pandemia ha messo in crisi. Grazie a una nuova legge approvata nei giorni scorsi, il Paese lusitano diventa il primo membro comunitario ad aver adottato norme sul lavoro che favoriscono lo smart working.

Prima di tutto i datori di lavoro non possono più contattare i dipendenti fuori orario né monitorarli mentre lavorano da casa. Un emendamento più radicale, il cosiddetto ‘diritto alla disconnessione’ invece non è passato. Prevedeva di poter spegnere del tutto i dispositivi di lavoro una volta finito il turno.

C’è poi il capitolo delle spese. Lo smart working ha pesato parecchio sulle spalle dei lavoratori e così ora le aziende devono dare un contributo economico per aiutarli a pagare l’abbonamento a Internet e la bolletta dell’elettricità ma non quella dell’acqua. Basta segnare tutto in nota spese e i datori di lavoro le rimborseranno come se fossero viaggi o cene.

Una buona notizia riguarda anche chi ha dei figli piccoli. I portoghesi hanno ottenuto il diritto di lavorare da casa senza doverlo concordare in anticipo fino a quando i piccoli non raggiungono gli otto anni.

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