Francia, l’età pensionabile resta a 62 anni. Ma sono aboliti i 42 regimi speciali

Il premier: “Inciteremo i francesi a lavorare più a lungo”. L'unico effetto che hanno ottenuto i manifestanti è ritardare in parte l'entrata in vigore della riforma

L’età pensionabile resta a 62 anni. Ma sono aboliti i 42 regimi speciali

L’età legale della pensione, fissato in Francia a 62 anni, “non cambierà”, almeno per ora: lo ha detto il premier Edouard Philippe, illustrando i contenuti della riforma previdenziale a Parigi. Ma Philippe ha comunque sottolineato ancora una volta la necessità di lavorare di più: “Senza forzarli, inciteremo i francesi a lavorare più a lungo, il che oggi è una necessità”, ha detto il premier. Secondo Philippe le misure presentate oggi nel quadro della riforma delle pensioni “giustificano” uno stop dello sciopero.

Il sistema previdenziale vigente è a ripartizione. Lavoratori e imprese finanziano le casse degli enti pensionistici versando contributi e queste somme messe in comune servono a pagare le pensioni. Al contrario, nel sistema a capitalizzazione (ovvero quello introdotto in Italia negli ‘anni 90 dalla Riforma Dini) gli assegni sono finanziati con le somme effettivamente versate dal diretto interessato durante la sua carriera professionale ma viene prelevata dalla cassa comune alimentata dalla popolazione attiva.

Il modello francese è invece ancora basato sulla ‘solidarietà’ intergenerazionale e su 42 ‘regimi speciali’, ora cancellati dalla riforma. Con le nuove norme si introduce pertanto un sistema universale nel quale i diritti saranno gli stessi per tutti. Ma il sistema resta a ripartizione.

Con la riforma inoltre l’età legale rimarrà (come detto) invariata a 62 anni, ma per aver diritto al massimo livello pensionistico bisognerà aspettare i 64 anni, criterio che si applicherà per chi è nato dal 1963 in poi. L’età è poi destinata a salire ulteriormente in base all’aspettativa di vita.

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