La Spagna rivoluziona il mercato del lavoro

La riforma promessa a Bruxelles prevede solo tre tipi di contratti. Obiettivo: ridurre la precarietà. La Spagna ha un tasso di disoccupazione tra i più alti dell’Ue. Ma il piano deve ancora essere approvato dal parlamento iberico

Madrid rivoluziona il mercato del lavoro
Pedro Sanchez

Il Governo spagnolo ha inviato al Parlamento una proposta di riforma radicale del mercato del lavoro.

Nel documento si parla espressamente di tre tipi di contratti (uno stabile, un altro temporaneo e un terzo di formazione) e di tre, anzi quattro, priorità: riduzione della disoccupazione giovanile, l’ammodernamento delle politiche attive per l’occupazione, la digitalizzazione dei servizi pubblici per l’occupazione e un nuovo modello di contrattazione collettiva.

L’idea è di ridurre la precarietà che affligge il mercato del lavoro spagnolo, che evidenzia un tasso di disoccupazione e di inoccupazione tra i più alti dell’Ue.

Il progetto di riforma, che riguarda anche il fisco e le pensioni, include un’analisi dell’evoluzione degli investimenti pubblici in Spagna negli ultimi anni: dalla creazione dell’Unione economica e monetaria fino alla crisi del 2008, gli investimenti pubblici annuali avevano superato in media il 4% del Pil, posizionandosi al di sopra della media europea. Questa tendenza si è tuttavia invertita nell’ultimo decennio. Mentre gli investimenti nell’Ue sono rimasti relativamente stabili al 3% del Pil, in Spagna si sono dimezzati, raggiungendo solo il 2% negli ultimi anni. Ora il governo Sanchez, grazie al Recovery Fund, prova a invertire la rotta.

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