Italia a rischio sulle materie prime critiche: senza litio e cobalto, la sicurezza nazionale vacilla

Il nostro Paese dipende troppo dall’estero per le materie prime essenziali alla difesa, all’aerospazio e alla transizione verde. Senza una svolta, la vulnerabilità aumenterà

Italia a rischio sulle materie prime critiche

È stato presentato lunedì 16 giugno alla Camera dei deputati, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del ministro della Difesa Guido Crosetto, il rapporto ‘Per una strategia di sicurezza nazionale’. E il verdetto è chiaro: l’Italia è gravemente esposta sul fronte delle materie prime critiche, risorse fondamentali per la difesa, l’industria aerospaziale e la transizione ecologica e digitale.

Cosa sono le materie prime critiche?

Parliamo di elementi come litio, cobalto, terre rare e titanio, centrali in ogni settore strategico moderno, dalle batterie dei veicoli elettrici alle tecnologie militari avanzate. Sono definite ‘critiche’ perché difficili da sostituire e con un rischio elevato di approvvigionamento, essendo concentrate in pochi paesi, spesso politicamente instabili o ostili.

La domanda globale esploderà. Ma l’Italia?

Il rapporto evidenzia che la domanda di queste risorse è destinata ad aumentare esponenzialmente nei prossimi decenni, sospinta dall’accelerazione della transizione verde e digitale e dalla crescente sofisticazione tecnologica dei sistemi militari. L’Italia, però, non dispone di riserve significative e non ha ancora una strategia chiara per garantirsi l’accesso sicuro a queste risorse vitali.

Difesa e industria ad alto rischio

Secondo lo studio, questa dipendenza rischia di compromettere la sicurezza nazionale, la sovranità industriale e l'autonomia strategica del Paese. L’aerospazio, i sistemi d’arma, i semiconduttori e persino le comunicazioni militari dipendono da materiali che potrebbero venire bloccati, razionati o fortemente rincarati in caso di crisi geopolitiche o tensioni commerciali.

Serve una strategia, ora

Il messaggio è chiaro: occorre una politica industriale e diplomatica coordinata per diversificare le fonti di approvvigionamento, creare scorte strategiche, stringere alleanze con Paesi affidabili e potenziare il riciclo e la produzione interna. Senza un piano concreto, il nostro sistema-Paese sarà esposto a vulnerabilità crescenti proprio nel momento in cui la competizione globale diventa più dura.

Un’occasione (ancora) aperta

Il rapporto è un invito all’azione, rivolto a governo, industria e istituzioni europee. Perché in un mondo sempre più guidato dall’accesso alle risorse, la sicurezza non si gioca solo sui campi di battaglia, ma anche nelle miniere di litio, nei porti di esportazione e nei laboratori di ricerca.

Fonte
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