La Cina detiene l'80% della capacità produttiva globale di pannelli solari, il 60% di quella eolica, il 70% del mercato mondiale delle batterie per veicoli elettrici.
Visto da qb

Pannelli solari, energia eolica, batterie... In quindici anni, grazie a piani quinquennali, la Cina si è portata ai vertici mondiali di questo settore, relegando gli europei molto indietro. Gli impianti fotovoltaici fanno ormai parte del paesaggio, così come le turbine eoliche.
Il Paese, pur essendo ancora di gran lunga il primo emettitore di gas serra al mondo in termini assoluti, occupa comunque un posto in prima fila grazie al suo impegno nella transizione energetica. Circa il 55% dei pannelli installati nel mondo nel 2024 sono stati posati in Cina e, in soli cinque mesi, tra gennaio e maggio, sono stati installati 198 gigawatt (GW) di pannelli solari sul territorio cinese, poco meno della potenza installata complessiva degli Stati Uniti (239 GW). La Cina ha così superato i 1.000 GW di pannelli solari installati, faticando a tenere il passo con il loro collegamento alla rete, mentre l'Unione Europea (UE) era a 338 GW alla fine del 2024.
L'Impero di Mezzo detiene l'80% della capacità produttiva mondiale di pannelli solari, il 60% di quella eolica, costruisce la metà dei circa sessanta reattori nucleari attualmente in cantiere nel mondo e domina circa il 70% del mercato mondiale delle batterie per veicoli elettrici.
Nonostante ciò, nel 2024 la Cina ha emesso ancora 12 miliardi di tonnellate di CO2, pari al 30% del totale mondiale, con solo il 18% della popolazione mondiale. Mentre il Paese ha a lungo insistito nei negoziati sul clima sulla responsabilità dell'Occidente, un cinese emette ancora meno CO2 di un americano, ma più del doppio ad esempio di un francese.
Il suo dominio sull'economia della transizione non è senza conseguenze sulle sue relazioni con il resto del mondo. Pechino ritiene di fare la sua parte in settori a lungo trascurati dall'Occidente, come quello delle batterie, e si limita a ripetere che sarà lei a rendere possibile la transizione per tutti. Gli Stati Uniti hanno chiuso la porta: Joe Biden ha imposto dazi del 100% sulle auto elettriche cinesi e Donald Trump sta smantellando le politiche climatiche.
Gli europei sono quindi in prima linea e faticano a rendersi conto di quanto sarà difficile, se non illusorio, recuperare il ritardo industriale e tecnologico mentre il leader continua la sua corsa. In un'altra epoca, la Cina non era riuscita a raggiungere i tedeschi e i giapponesi nel settore dei motori a benzina e aveva dovuto costringerli ad appoggiarsi ad aziende locali sul suo mercato.