
L’Africa vive una trasformazione demografica senza precedenti: in meno di tre decenni, la sua popolazione potrebbe raddoppiare. Questa esplosione demografica rende il continente un nodo cruciale nel futuro energetico globale. Eppure, la metà dei suoi 1,5 miliardi di abitanti non ha ancora accesso stabile all’elettricità.
Emissioni basse, opportunità enormi
Pur contribuendo a meno del 4% delle emissioni globali, il continente africano rischia di essere penalizzato nei piani climatici. Il consumo pro capite è inferiore a 1 tonnellata di CO₂, molto al di sotto dei paesi sviluppati. Eppure, i fondi e gli investimenti sembrano preferire ancora il petrolio e il gas piuttosto che l’energia pulita.
Un paradosso storico
Molti governi africani chiedono di poter sfruttare i propri giacimenti di idrocarburi, come hanno fatto le grandi potenze industriali, per finanziare lo sviluppo. È una richiesta che si scontra con le pressioni internazionali per ridurre i combustibili fossili, ma è vista da molti leader del continente come una questione di giustizia storica.
Le rinnovabili sono pronte, ma restano inascoltate
Il continente ha risorse enormi: sole, vento, acqua. Tutti ingredienti perfetti per un’elettrificazione verde che potrebbe trasformare l’Africa in un modello di energia sostenibile. Eppure, la vera svolta sembra frenata da un mix di interessi geopolitici e scarsa volontà politica globale.
Il grido per un’equità climatica
Al centro del dibattito ci sono due verità: l’Africa ha il diritto di svilupparsi, ma farlo senza compromettere il pianeta. Serve una nuova alleanza globale che metta al centro gli investimenti nelle rinnovabili, ma anche il rispetto della voce africana nelle scelte climatiche. La promessa di un “futuro verde africano” non è solo morale: è strategica, per il continente e per il pianeta.


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