Prezzi negativi dell’elettricità: il paradosso tedesco

In Germania, l’eccesso di energia rinnovabile abbassa i prezzi dell’elettricità fino a renderli negativi. Un’opportunità per nuovi modelli di business, ma anche un fardello per lo Stato e un boomerang per l’industria

Prezzi negativi dell’elettricità: il paradosso tedesco

Nei primi cinque mesi del 2025 la Germania ha registrato ben 248 ore con prezzi dell’elettricità negativi, un record assoluto. Il fenomeno è legato alla sovrapproduzione da impianti eolici e solari, in forte espansione nel Paese. A livello medio, i costi dell’energia sono tornati ai livelli pre-crisi. Un segnale incoraggiante per l’economia, ma che nasconde implicazioni molto più complesse.

Industria: vantaggi sporadici, costi persistenti

Se da un lato le imprese possono beneficiare di elettricità a costo zero o addirittura retribuita, dall’altro lato l’accesso a questi benefici resta limitato. Come spiega Feralpi Stahl, un’acciaieria elettrica in Sassonia, i vantaggi si concentrano in poche ore al giorno, mentre il resto del tempo i costi restano elevati, spesso superiori a quelli dei concorrenti europei. Ecco perché molte aziende chiedono al governo tedesco un prezzo calmierato per l’elettricità industriale.

Un conto salato per le casse pubbliche

Dietro i prezzi negativi si nasconde un paradosso economico: i produttori di energia rinnovabile, a differenza delle centrali convenzionali, continuano a essere sovvenzionati anche quando vendono elettricità a prezzi sotto zero. Risultato: il governo deve colmare il divario, spesso con cifre a doppia cifra per ogni kilowattora. Solo nel 2025 sono previsti 17 miliardi di euro di sussidi EEG, cifra che potrebbe salire rapidamente.

Un sistema pensato… per il caos energetico

I prezzi negativi non sono un errore, ma una scelta consapevole. Sono stati introdotti nel 2008 per risolvere i limiti tecnici delle centrali tradizionali, che non possono semplicemente “abbassare la produzione”. Ma oggi, con il boom delle rinnovabili, si verificano sempre più spesso: soprattutto a mezzogiorno, quando sole e vento spingono l’offerta oltre la domanda.

Verso nuovi modelli di business (ma non per tutti)

Nonostante i problemi, i prezzi negativi aprono la strada a nuove opportunità: le batterie di accumulo, ad esempio, possono acquistare energia a prezzo basso (o negativo) e rivenderla nei momenti di picco. Questo può alleggerire la rete e ridurre la spesa pubblica. Ma per le grandi industrie, come le acciaierie, le batterie non sono ancora una soluzione percorribile: i volumi in gioco restano troppo alti.

La vera sfida: trasformare il caos in efficienza

Il sistema tedesco di gestione dell’energia è in piena transizione. I prezzi negativi, se ben gestiti, possono diventare uno strumento per ottimizzare la produzione e ridurre i costi. Ma servono investimenti in accumulo, infrastrutture intelligenti e flessibilità. Altrimenti, la rivoluzione verde rischia di incepparsi proprio sul fronte economico.

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