Come la Finlandia vuol liberarsi dall’energia russa: il nucleare al centro della svolta energetica

Mentre la Finlandia si sforza di liberarsi dalle importazioni di energia dalla Russia, il Paese continua a dipendere in modo cruciale dal suo vicino per alimentare la transizione

Come la Finlandia vuol liberarsi dall’energia russa
Helsinki

L’isola di Olkiluoto, sulla costa occidentale della Finlandia, era fino a pochi anni fa solo uno dei poli energetici del Paese. Ma con l’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022 tutto cambia: Helsinki decide di tagliare ogni dipendenza da Mosca, fino ad allora fornitore del 50% delle importazioni energetiche finlandesi, tra elettricità, petrolio e gas naturale.

“Non possiamo dipendere da un partner ostile”, ha spiegato la ministra del Clima Sari Multala, ricordando come la Finlandia abbia dovuto ripensare radicalmente la propria sicurezza, anche energetica, aderendo alla NATO. Da quel momento, la quota russa nelle importazioni scivola quasi a zero.

Olkiluoto 3: il mega-reattore che cambia la partita

Il cuore della nuova strategia è Olkiluoto 3, uno dei reattori nucleari più grandi del mondo, con 1.600 MW di capacità. La sua entrata in funzione ha portato la quota del nucleare nella produzione elettrica finlandese dal 28% al 39%.

Il rovescio della medaglia? Un costo lievitato a 11 miliardi di euro (quasi quattro volte il previsto) e 18 anni di lavori. Cifre che hanno convinto l’operatore TVO a rinunciare a un quarto reattore sull’isola.

Nonostante questo, il nucleare in Finlandia gode di un consenso vastissimo: 68% di opinioni favorevoli, secondo un sondaggio Verian del 2025.

Il boom delle rinnovabili: l’eolico raddoppia

A rafforzare la transizione non c’è solo il nucleare. Le rinnovabili stanno accelerando: nel 2024 i parchi eolici onshore hanno raggiunto il 24% della produzione elettrica, contro il 14% del 2022. Secondo alcuni esperti, come il professor Veli-Pekka Tynkkynen dell’Università di Helsinki, è qui che la Finlandia deve puntare: “L’energia rinnovabile è la strada più sostenibile. Il nucleare è efficace, ma oggi costruire nuove centrali costa moltissimo”.

Indipendenza sì, ma non totale: il nodo uranio

La Finlandia ha azzerato gas e petrolio russi, ma resta un punto critico: l’uranio per i reattori. La società energetica Fortum cerca da tre anni di sostituire le forniture russe, senza riuscirci del tutto. Il mix energetico finlandese resta dunque avanzato, ma non ancora completamente libero dalle dipendenze storiche.

Onkalo, il “cimitero nucleare” più sicuro del mondo

Alla base della strategia energetica finlandese c’è anche una gestione dei rifiuti nucleari considerata tra le più avanzate al mondo. L’impianto di Onkalo — 60 km di tunnel scavati a 450 metri di profondità — ospiterà le capsule da una tonnellata dei cinque reattori in funzione nel Paese. Il progetto, costato tra 500 milioni e 1 miliardo di euro, sarà operativo nei prossimi mesi. “Abbiamo una soluzione sicura, e altri Paesi potrebbero copiarla”, spiega Pasi Tuohimaa di Posiva, gestore dell’impianto.

Più nucleare o più eolico? Il futuro è (ancora) conteso

Il governo vuole semplificare le procedure per i nuovi reattori e valutare forme di sostegno finanziario. Ma non tutti sono d’accordo. “Potremmo raddoppiare la capacità eolica in dieci anni”, ribatte Anni Mikkonen di Renewables Finland. Il dibattito è aperto: sicurezza energetica, rapidità di sviluppo, costi e indipendenza geopolitica sono i quattro pilastri su cui si giocherà il futuro energetico del Paese.

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