L’Italia sta esportando gas in Europa

Grazie al Tap (società partecipata da Snam Spa al 20%) e alle riserve

L’Italia sta esportando gas

L’Italia si muove da protagonista nel mercato del gas in Europa. Potrebbe apparire una ‘fake news’. In realtà, le cose sono in questi termini. Da due settimane il nostro paese è diventato esportatore di materia prima verso alcuni paesi europei.

A partire dai giorni tra Natale e Capodanno, gli operatori stanno vendendo più o meno ininterrottamente partite di gas naturale sia in direzione della Svizzera (e da qui verso Germania e Olanda), sia in direzione della Francia. Negli ultimi giorni il prezzo sul mercato in Italia risulta infatti più basso rispetto al resto del continente.

L’esportazione è stata possibile sia grazie al sistema di stoccaggio, uno dei più efficienti d’Europa, sia grazie al Tap. Il sistema di stoccaggio in mano all’Italia consente di realizzare una riserva di gas da utilizzare al bisogno, con materia prima da immettere sul mercato a prezzi favorevoli. I depositi dello Stivale sono in questo momento al massimo della capienza. Inoltre, da un anno, il gasdotto Tap è entrato ufficialmente in funzione e ha consentito all’Italia di ricevere, in 12 mesi, quasi otto miliardi di metri cubi di gas naturale azerbaigiano.

Attraverso gli oltre 850 chilometri di condutture che collegano la Puglia con il confine tra Turchia e Grecia e poi con i giacimenti in Azerbaigian, il potenziale d'importazione è di 20 miliardi di metri cubi l’anno. Un risultato che, mentre le quotazioni del gas sono salite di oltre il 500% in un anno, apre nuovi scenari per il settore energetico italiano.

Occorre precisare che non tutto l’oro blu che giunge nel nostro paese dall’Azerbaijan è di ‘proprietà’ italiana. Il Tap è una società partecipata da Snam Spa al 20% (leader europeo nella realizzazione e gestione integrata delle infrastrutture del gas naturale, gestisce la rete di gasdotti più estesa e accessibile d’Europa con oltre 40.000 km di lunghezza, la maggiore infrastruttura di stoccaggio con una capacità di 19 miliardi di metri cubi e uno dei primi terminali GNL realizzati nel Continente).

Fanno parte del Tap altre 5 società: l’europea Socar con una quota pari al 20%, la britannica BP al 20%, la belga Fluxys al 19%, il colosso internazionale Enagás al 16% (presente in Spagna, Messico, Cile, Perù, Stati Uniti, Grecia, Italia e Albania) e Axpo 5% (il principale produttore di energie rinnovabili in Svizzera e un leader dell'energy trading e del mercato del solare e dell'eolico. 5000 dipendenti combinano la propria esperienza e competenza con una passione per l'innovazione).

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