
Nonostante un lento miglioramento, l’evasione fiscale resta una piaga da 100 miliardi di euro l’anno. A ricordarlo è Lilia Cavallari, presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), nel corso dell’audizione sulla legge di bilancio.
“Sebbene la propensione a evadere stia diminuendo, il fenomeno resta molto ampio e la manovra interviene solo marginalmente”, ha dichiarato Cavallari. Un messaggio chiaro: il governo non sta facendo abbastanza per contrastare in modo strutturale uno dei principali mali dell’economia italiana.
Misure agevolate: una toppa che peggiora il buco
Nel mirino dell’Upb finiscono le continue “definizioni agevolate”, ossia le varie forme di rottamazione e condono fiscale introdotte negli ultimi anni. Secondo Cavallari, la loro reiterazione ha reso “l’assetto della riscossione coattiva sempre più variegato e complesso”, con risultati incerti sugli incassi reali.
In altre parole, i condoni rischiano di disincentivare i pagamenti regolari, premiando chi aspetta il prossimo sconto invece di saldare i propri debiti.
Un rischio per la tax compliance
L’Upb avverte: le continue sanatorie potrebbero minare la fiducia nel sistema fiscale. “L’introduzione ripetuta di forme di definizione agevolata può ridurre la compliance fiscale, alimentando aspettative di future agevolazioni e riducendo la riscossione ordinaria”, ha sottolineato la presidente.
Un avvertimento che pesa come un macigno: l’Italia rischia di costruire un sistema fiscale distorto, dove conviene non pagare e aspettare la prossima rottamazione.
Serve una svolta vera
Con oltre 100 miliardi di gettito mancato e una pressione fiscale tra le più alte d’Europa, l’Italia continua a pagare un prezzo altissimo all’evasione.
L’Upb chiede riforme strutturali, digitalizzazione della riscossione e regole stabili, per spezzare un circolo vizioso che penalizza i contribuenti onesti e indebolisce la finanza pubblica.



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