Brasile, Germania, Spagna e Sud Africa: “Sì a una tassa del 2% sui patrimoni dei paperoni del mondo”

Quattro paesi lanciano la proposta. Attualmente, grazie a paradisi fiscali ed evasione, la media del prelievo sui ricconi è intorno allo 0,5%

“Sì a una tassa del 2% sui patrimoni dei paperoni”

I 3.000 miliardari del mondo dovrebbero pagare una tassa minima del 2 per cento sulla loro ricchezza, in continua crescita. Secondo i ministri di quattro economie, ciò permetterebbe di raccogliere 292 miliardi di euro l’anno da destinare alla lotta contro la povertà, la disuguaglianza e il riscaldamento globale. Brasile (che presiede il G20 e ha messo in agenda la proposta di una tassa sui miliardari in occasione di una riunione dei ministri delle finanze all’inizio di quest’anno), Germania, Sudafrica e Spagna sostengono, infatti, che una tassa del 2 per cento ridurrebbe le disuguaglianze e raccoglierebbe fondi necessari, dopo gli shock economici della pandemia, la crisi climatica e i conflitti militari in Europa e Medio Oriente. 

“È ora che la comunità internazionale affronti seriamente la questione della disuguaglianza e del finanziamento dei beni pubblici globali”, affermano i ministri in un articolo pubblicato sul Guardian in cui ricordano che “uno degli strumenti chiave che i governi hanno per promuovere una maggiore uguaglianza è la politica fiscale. Non solo ha il potenziale per aumentare lo spazio fiscale che i governi hanno per investire nella protezione sociale, nell’istruzione e nella protezione del clima. Concepita in modo progressivo, garantisce anche che tutti nella società contribuiscano al bene comune in linea con la loro capacità contributiva. Un contributo equo aumenta il benessere sociale”.

L’economista francese Gabriel Zucman, secondo il quale “i miliardari hanno l’aliquota fiscale effettiva più bassa di qualsiasi gruppo sociale”, sta ora definendo i dettagli tecnici di un piano che sarà nuovamente discusso dal G20 a giugno. La Francia si è detta favorevole a una tassa patrimoniale e il Brasile è stato incoraggiato dal fatto che gli Stati Uniti, pur non appoggiando una tassa patrimoniale globale, non si siano opposti.

D’altronde, il problema innegabilmente c’è. Una ricerca di Oxfam pubblicata quest’anno ha rilevato che il boom dei prezzi degli asset durante e dopo la pandemia di Covid ha fatto sì che alla fine del 2023 i miliardari fossero più ricchi di 3,3 miliardi di dollari, ovvero del 34 per cento, rispetto al 2020. Nel frattempo, uno studio della Banca Mondiale ha dimostrato che la pandemia ha arrestato la riduzione della povertà.

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