L’Ue vuole tassare le multinazionali. Ma non prima del 2023

Gentiloni: “Decine di miliardi persi a causa dell’elusione”. Nelle settimane scorse Joe Biden ha proposto una tassazione del 21% sulle multinazionali. Ma è un progetto osteggiato anche da alcuni paesi europei che con la concorrenza fiscale hanno attratto alcune grandi imprese, ‘rubando’ gettito fiscale agli altri partner

Bruxelles vuole tassare le multinazionali

Un quadro fiscale comune sulla tassazione societaria con una ripartizione equa tra i Paesi dell’Ue per combattere l’elusione fiscale e finanziare il Next Generation EU. Sono i punti principali dell’agenda per il fisco post-pandemia della Commissione europea.

Il nuovo schema fiscale per le multinazionali, denominato ‘Business in Europe: Framework for Income Taxation (Befit)’ sarà presentato entro il 2023 e fornirà “un unico regolamento sull’imposta sulle società, offrendo una ripartizione più equa dei diritti di tassazione tra gli Stati membri”, spiega la Commissione nella sua comunicazione, sottolineando l’intenzione di “ridurre gli oneri amministrativi, rimuovere gli ostacoli fiscali e creare un ambiente più favorevole alle imprese nel mercato unico”, nonché “minimizzare le possibilità di elusione”.

ll Befit - si legge nel documento - avrà come caratteristiche principali “una base imponibile comune e la ripartizione degli utili tra gli Stati membri sulla base di una formula”, tenendo conto dei progressi nelle discussioni sulla tassazione minima per le multinazionali in corso a livello dell’Ocse.

“Oggi gli Stati membri perdono decine di miliardi di euro ogni anno a causa della frode, dell’evasione e dell’elusione fiscale”. Così il commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni, presentando la nuova agenda per la tassazione fiscale.

Secondo le stime presentate dal commissario, i Paesi perdono su base annua “circa 50 miliardi di euro a causa delle frodi transfrontaliere sull’Iva, 46 mld per evasione fiscale internazionale da parte di individui, e tra i 35 e i 70 mld a causa dell’elusione delle imposte sulle società".

Nell’agenda fiscale europea figura anche la volontà di incoraggiare le imprese a finanziare le attività mediante capitale proprio anziché mediante l’emissione di debito e un invito agli Stati membri ad autorizzare il riporto delle perdite per le imprese almeno all'esercizio fiscale precedente.

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