Troppo lontani, troppo vecchi, troppo pochi: l’Europa è a corto di medici

Il numerus clausus - numero chiuso in latino - iniziò nel 1971 in Francia. Limitare il numero di medici all’epoca era visto come una vittoria a tutto tondo: da un lato, la riduzione della spesa sanitaria; dall’altro, meno concorrenza tra i medici e maggiori guadagni per loro. Una politica che nel lungo periodo ha avuto un impatto devastante.

Troppo lontani, troppo vecchi, troppo pochi: siamo a corto di medici

I medici della cittadina francese di Le Vigan stanno invecchiando. Nel tentativo di attrarre nuovi medici generici per sostituire presto i tre in pensione, hanno costruito - da zero - un centro medico interdisciplinare. Il guaio è che non funziona. In cinque anni non si è fatto avanti nessuno.

Le Vigan,  circa 4.000 abitanti e un’ora di macchina da Nimes e Montpellier, non è l'unica città francese che fa fatica ad attrarre medici. La portata delle sfide che deve affrontare è emblematica di una crisi a livello europeo in cui i medici sono troppo lontani, troppo pochi o troppo vecchi. Quasi 7 milioni di persone in Francia non hanno un medico di riferimento. Geograficamente, il 30% della popolazione del paese vive in una regione con scarso accesso ai medici di base, spiega Guillaume Chevillard, geografo sanitario.

Ora ci sono più medici in Francia che vanno in pensione rispetto a quelli che iniziano la loro carriera. Il numero di quelli generici è già diminuito del 5,6% tra il 2012 e il 2021. E il prossimo decennio sarà particolarmente peggiore: sebbene il numero di medici formati sia aumentato negli ultimi anni e il governo abbia recentemente abolito i limiti sull’accesso alla formazione universitaria, non sarà sufficiente per rimpolpare la forza lavoro abbastanza velocemente. 

Il numerus clausus - numero chiuso in latino iniziò nel 1971 in Francia. Limitare il numero di medici all’epoca era visto come una vittoria a tutto tondo: da un lato, la riduzione della spesa sanitaria; dall’altro, meno concorrenza tra i medici e maggiori guadagni per loro. Una politica che nel lungo periodo ha avuto un impatto devastante.

Mentre nel 1972 c’erano quasi 8.600 posti, la cifra è precipitata 20 anni dopo, fino a un minimo di 3.500 nel 1993. Nei decenni successivi la situazione non è cambiata molto. Nel 2021 la Francia aveva meno medici pro capite rispetto al 2012: il numero è passato da 325 a 318 ogni 100.000 persone.

Il calo è tanto più impegnativo di fronte a una realtà lampante: la Francia, come il resto d’Europa, sta invecchiando e, di conseguenza, le esigenze di assistenza sanitaria stanno crescendo. E nemmeno i medici sono immuni al passare del tempo. Oltre il 44% di tutti i medici in Francia ha 55 anni o più. 

Nell’Ue, secondo i dati del 2020, oltre un terzo di tutti i medici appartiene a quella fascia di età. La carenza è tale che il mese scorso Emmanuel Macron ha proposto uno schema per incoraggiare i medici in pensione a rimanere in attività. Al momento, circa il 10% dei medici attuali nel paese transalpino sono pensionati che lavorano.

La mancanza di personale sanitario non si limita ai medici e, come detto, non si limita alla Francia. La carenza di operatori sanitari in Europa, circa 2 milioni, è fortemente avvertita in tutto il continente, dalla Grecia al Portogallo e alla Finlandia. L’Europa ha a lungo fatto affidamento sugli operatori sanitari stranieri provenienti da paesi a basso reddito come ripiego. Ma evidentemente non è stato sufficiente.

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