Schnabel (Bce): “La transizione energetica terrà alta l’inflazione più a lungo del previsto”

L’economista tedesca sostiene che le misure in campo per combattere il cambiamento climatico terranno alti i prezzi delle energie fossili per molto tempo cambiando la traiettoria di rientro dell’inflazione.

Schnabel (Bce): “La transizione energetica terrà alta l’inflazione”
Isabel Schnabel

Isabel Schnabel rompe il fronte di coloro che considerano l’inflazione europea solo temporanea. Secondo la previsione dell’economista tedesca presente nel board della Bce in qualità di responsabile per le operazioni di mercato, le politiche che si stanno mettendo in atto per favorire la transizione energetica dai carburanti fossili a un’economia a basso utilizzo del carbone “introducono importanti rischi di rialzo della traiettoria base dell’inflazione nel medio termine”.

Con il rimbalzo dell’economia europea seguita al periodo più acuto della pandema, i prezzi dell’energia sono schizzati al rialzo spingendo l’inflazione al 5% a dicembre 2021, un livello record per l’Eurozona. Ma la Bce ha mantenuto immutate le sue previsioni di un tasso di inflazione al 2% entro la fine del 2022 e impostato un piano di rientro dagli acquisti emergenziali di titoli sul mercato che si concluderà a fine anno per poi eventualmente procedere a un rialzo dei tassi di interesse solo nel 2023.

Il problema è che tale scenario – secondo Schnabel - potrebbe essere messo in dubbio dall’impatto della transizione all’energia verde che potrebbe tenere i prezzi dell’energia in alto più a lungo del previsto: “Vi sono momenti in cui le banche centrali devono andare oltre il consensus prevalente, la politica monetaria deve guardare ai prezzi crescenti dell’energia per assicurare la stabilità dei prezzi nel medio periodo”.

Nell’Eurozona i prezzi del gas naturale si sono impennati negli ultimi mesi spingendo il costo dell’elettricità a 196 euro per megawatt a novembre, circa il quadruplo rispetto ai livelli pre pandemia. “Mentre in passato i prezzi dell’energia spesso sono saliti e scesi velocemente – spiega Schnabel - ora la necessità di combattere i cambiamenti climatici potrebbe implicare che i prezzi dell’energia fossile non solo possano restare elevati ma potrebbero anche salire se vogliamo raggiungere gli obbiettivi degli accordi di Parigi”.

L’economista tedesca in passato è anche stata critica sugli interventi massicci di acquisti di titoli sul mercato da parte della Bce e che ha portato il bilancio della Bce a gonfiarsi con 4,7 trilioni di asset in portafoglio. Ora quel programma emergenziale è stato rivisto al ribasso, da 90 miliardi di euro al mese fino a 20 miliardi a fine 2022, ma cresce il fronte che ritiene il piano di rientro troppo lento e che occorrerebbe una politica più forte (così come stanno facendo Fed e Bank of England) per fermare la crescita dei prezzi che potrebbe non essere solo temporanea.

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