
La Cina ha annunciato l’istituzione di un centro operativo internazionale dello yuan digitale (e-yuan) a Shanghai. Si tratta di un passo chiave nella strategia di espansione globale del renminbi, che già oggi conta su una rete di pagamenti transfrontalieri estesa e multilaterale, costruita in oltre dieci anni.
Lo yuan corre: è già la terza valuta nei pagamenti globali
Secondo Pan Gongsheng, governatore della Banca centrale cinese, lo yuan è la seconda valuta più usata al mondo per il finanziamento del commercio e la terza per i pagamenti globali. A livello di FMI, è anche la terza moneta nel paniere dei Diritti speciali di prelievo (DSP).
La Cina attacca il dominio USA nel sistema finanziario globale
Dal palco del Lujiazui Forum 2025 di Shanghai, Pan ha lanciato un chiaro messaggio: “Quando l’interesse di una valuta dominante è in contrasto con il bene globale, prevarrà l’interesse nazionale”. Il riferimento agli Stati Uniti è evidente. Washington, secondo Pechino, abusa del suo potere finanziario per sanzioni unilaterali e interferenze politiche.
Trump e la nuova incertezza economica globale
Le nuove politiche protezionistiche di Donald Trump, che ha sospeso per 90 giorni i dazi su tutti i partner commerciali, stanno alimentando il clima di sfiducia nel dollaro come moneta-guida. Un’opportunità che Pechino vuole cogliere per proporre lo yuan come alternativa sicura e indipendente.
Mosca, Swift e lo yuan come valuta di resistenza
L’esclusione della Russia dal sistema SWIFT dopo l’invasione dell’Ucraina ha rafforzato l’asse sino-russo e spinto ulteriormente Pechino a promuovere sistemi di pagamento alternativi. Anche qui, il renminbi gioca un ruolo chiave.
Il messaggio alla comunità internazionale
Pan ha chiesto una riforma della governance globale: “Il FMI deve riflettere meglio il peso reale delle economie emergenti”. In altre parole, serve più voce ai Paesi in via di sviluppo. Tradotto: meno dollaro, più yuan.