La Banca di Inghilterra ha aumentato i tassi di interesse, per la seconda volta in tre mesi, allo 0,5%. L’obiettivo è contrastare l’incremento dell’inflazione che potrebbe schizzare al 7,25% ad aprile (rispetto al 5,4% di dicembre), spinta dal vertiginoso aumento della bolletta energetica e dagli ingorghi delle catene di approvvigionamento.
Evidenziando che le famiglie britanniche stanno affrontando quest’anno il più grande calo del loro reddito disponibile (-2%) da tre decenni, il Comitato di politica monetaria della Banca ha votato con una maggioranza ristretta a favore del ritocco dei tassi (+0,25%). Quattro membri su nove avevano proposto un rialzo più aggressivo allo 0,75%. In ogni caso i tassi dovrebbero salire all’1,5% entro la metà del 2023.
Tutti i componenti del Comitato hanno invece votato favorevolmente all’avvio del processo di riduzione del programma di acquisto di obbligazioni da 895 miliardi di sterline, riducendo lo stock di 70 mld nei prossimi due anni.
L'aumento dei tassi di interesse è avvenuto subito dopo l’annuncio del governo che ha deciso di assegnare 200 sterline a tutte le famiglie per compensare in parte l’aumento della bolletta energetica, salita in media su base annua a 1.971 sterline. Ma l’annuncio è arrivato troppo tardi per sperare che fosse preso in considerazione dalla Bank of England.
Ciò che preoccupa la Banca centrale non sono soltanto i costi energetici. L’economia britannica dovrebbe infatti rallentare nei prossimi due anni e la disoccupazione è destinata ad aumentare, nonostante l’attuale numero record di posti di lavoro vacanti, dall’attuale 4,1% al 5% nel 2023, prevedendo un rallentamento della crescita del Pil all’1,25% l’anno prossimo e all’1% nel 2024, l’anno delle elezioni politiche nel Regno Unito.
