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“Lo rimuoverei in un batter d’occhio, ma dicono che ciò disturberebbe il mercato, tanto lui se ne andrà tra sette o otto mesi e io metterò qualcun altro, quindi molto probabilmente resterà al suo posto”: è l’ultima decisione di Donald Trump sul presidente della Fed Jerome Powell, che critica quasi quotidianamente perché non abbassa i tassi di interesse aggravando il costo del debito pubblico statunitense.
L’ultimo attacco sul network conservatore Newsmax, dove ha denunciato nuovamente anche la ristrutturazione da 2,5 miliardi di dollari della sede della banca centrale Usa, che secondo lui ha sforato il budget di centinaia di milioni di dollari.
“È quasi come se si stesse costruendo un palazzo, ma tanto non resterà lì ancora per molto. Questa è la buona notizia. Non potrà mai usarlo”, ha commentato.
Il presidente teme quindi la reazione dei mercati, dopo il venerdì nero di Wall Street e delle Borse mondiali per i suoi dazi. Il segretario al Tesoro Scott Bessent glielo ha spiegato in tutti i modi: rimuovere il capo della Fed sarebbe visto come un attacco all’autonomia della banca centrale americana e quindi all’affidabilità del Paese.
Di sicuro però a maggio, quando scadrà il mandato di Powell, il tycoon nominerà un uomo di sua fiducia, pronto ad adattare la politica monetaria Usa agli obiettivi politici del presidente.