Il Giappone ha la ricetta per mantenere l'inflazione al 2%: far lavorare gli anziani

Secondo l'economista Naoyuki Yoshino bisognerebbe evitare i prepensionamenti a 60 anni e allungare l'età lavorativa per far crescere i consumi

L'inflazione al 2% è possibile: la soluzione è far lavorare gli anziani

La Bank of Japan può raggiungere il suo obiettivo di inflazione del 2%? Secondo l'economista Naoyuki Yoshino, a capo di un think tank affiliato al governo nipponico, per riuscirci bisognerebbe incentivare gli anziani a procrastinare l'età del pensionamento, mantenendoli a lavoro più a lungo.

I consumi dei pensionati, persone fuori dal mondo del lavoro, sono inferiori rispetto a quelli dei lavoratori: stando così le cose, con una popolazione giapponese sempre più anziana, l’obiettivo dell’inflazione al 2% non può essere raggiunto.

In Giappone molti lavoratori vengono prepensionati all’età di 60 anni, perché in un sistema di retribuzione basato sull’anzianità gli impiegati più anziani ricevono alti salari rispetto a ciò che producono: per questo le aziende tendono a mandarli in pensione appena maturano le condizioni per farlo.

Che cosa ne pensano gli anziani lavoratori giapponesi prossimi alla pensione? Secondo un sondaggio del 2017, circa l’80% degli intervistati anziani sarebbe intenzionato a lavorare fino all'età di 70 anni. Dunque il compito di convincerli a restare a lavoro qualche anno in più dopo i 60 anni sembra percorribile.

Si tratta però di una situazione particolare, come sottolinea Yoshino: “I libri di testo dicono che la maggior parte dei problemi possono essere risolti con la politica fiscale o monetaria. Ma il Giappone non è un caso da manuale”.

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