L’Onu approva con 141 voti a favore la risoluzione per la “pace giusta” in Ucraina. Sette quelli contrari: oltre alla Russia, ci sono Bielorussia, Corea del Nord, Siria, Eritrea, Nicaragua e la prima volta il Mali, dove il governo si appoggia al gruppo Wagner. Tra gli astenuti, in tutto trentadue, emergono Cina e India.
Quattro i punti della risoluzione:
1 la necessità di una pace completa, giusta e duratura in linea con la Carta delle Nazioni Unite;
2 l’impegno per la “sovranità, l'indipendenza, l'unità e integrità territoriale dell'Ucraina entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti;
3 la cessazione delle ostilità e il ritiro immediato, completo e incondizionato delle forze militari russe dal territorio ucraino;
4 la necessità di garantire la responsabilità per i crimini più gravi commessi sul territorio dell'Ucraina ai sensi del diritto internazionale.
La mozione non è vincolante ma ha un alto valore politico, anche perché l’Assemblea Generale è diventata l’organo più importante dell’Onu che si occupa dell’Ucraina, visto che il potere di veto di Mosca continua a paralizzare il Consiglio di Sicurezza.
Fino all’ultimo si è temuto per un possibile voto contrario dell’India, che invece poi ha deciso di astenersi, come aveva sempre fatto. Un no di New Delhi - che compra energia e armi dalla Russia – avrebbe modificato potenzialmente gli equilibri intorno al conflitto, anche considerando il lungo corteggiamento degli Stati Uniti e che il paese più popoloso al mondo ospiterà il prossimo G20.