Vertice G20. Sul tavolo la guerra commerciale tra Washington e Pechino

La speranza che l'incontro possa aprire la strada a un accordo tra i due paesi è stata minata dalle dichiarazioni rilasciate dal presidente Usa prima di partire per Buenos Aires

Vertice G20. Sul tavolo la guerra commerciale tra Washington e Pechino

La posta in gioco è alta al vertice del G20 di Buenos Aires. Donald Trump incontrerà Xi Jinping. Tuttavia, la strada resta in salita. La speranza che l'incontro possa dare il via a un accordo sul commercio tra i due paesi è stata infatti minata dalle recenti minacce del presidente degli Stati Uniti. Poco prima di partire per l'Argentina, Trump ha detto, in merito a un'intesa con la Cina, "non so se voglio farlo" e "mi piace l'accordo che abbiamo ora". Tutto farebbe, dunque, pensare a un’escalation della guerra commerciale.

Il presidente Usa ha iniziato la disputa con la Pechino all'inizio di quest'anno, accusando i cinesi di pratiche commerciali "sleali" e di furti di proprietà intellettuale. Gli Stati Uniti hanno da allora colpito importazioni dalla Cina per 250 miliardi di dollari. La risposta di Xi Jinping è stata l'imposizione di dazi su 110 mld di importazioni dalla prima economia al mondo.

Sì è acceso, poi, un barlume di speranza all'inizio di novembre, quando ha detto che pensava che gli Stati Uniti avrebbero potuto raggiungere un accordo commerciale con la Cina. Ma pochi giorni prima del vertice ha versato acqua gelata su una possibile intesa.

Se le tariffe statunitensi aumentassero ancora, come minacciato da Trump, molte imprese multinazionali potrebbero decidere di accelerare i piani per trasferire le catene di approvvigionamento lontano dalla Cina.

Ma l’incremento dei dazi rappresenterebbe anche un significativo rischio politico ed economico per Trump. Le importazioni statunitensi dalla Cina non ancora sottoposte a dazi sono più orientate verso gli articoli di consumo: ciò significa che le famiglie americane, in particolare quelle a basso reddito, accuserebbero l'impatto ben più di quanto non sia accaduto fino ad ora.

La Cina a sua volta potrebbe cercare di vendicarsi, ma avrebbe spazio limitato per farlo attraverso il commercio: le attuali tariffe per 113 mld sui prodotti Usa non sono lontane dai 130 mld di importazioni complessive dagli Stati Uniti registrate nel 2017. Ciò spiega perché la seconda economia al mondo sia più propensa a difendere la propria economia allentando la politica fiscale e monetaria. Ovvero, lasciando che il valore dello yuan scenda.

La distanza tra Washington e Pechino resta considerevole. E il vertice che sembrava promettere una svolta rischia di risolversi in un nulla di fatto.

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