India, la potenza del “multi-allineamento” nel mondo diviso

New Delhi tra Brics, Quad e SCO: una strategia di equilibri che rafforza la sua autonomia globale

Un “non allineato” nel mondo polarizzato

All’ultimo vertice della Shanghai Cooperation Organization (Sco) a Tianjin, accanto a Russia e Cina, c’era anche l’India. Ma New Delhi non si limita a quel tavolo: fa parte dei Brics, dove prova a contenere l’egemonia cinese, e al tempo stesso del Quad con Usa, Giappone e Australia, nato proprio per bilanciare l’influenza di Pechino nell’Indo-Pacifico. Una strategia che i diplomatici definiscono “multi-allineamento”.

Una superpotenza in crescita

Quinta economia mondiale, destinata presto a superare la Cina in termini demografici ed economici, l’India non vuole sostituire l’Occidente, ma riequilibrare i rapporti di forza globali. Il suo obiettivo è un sistema internazionale più rappresentativo del Sud globale. Nei Brics punta a promuovere la riforma delle istituzioni mondiali (Onu, Fmi, Banca Mondiale) e a ridurre la dipendenza dal dollaro, sfruttando piattaforme come il sistema di pagamenti alternativo e la Nuova Banca di Sviluppo.

Energia, commercio e nuovi partner

Mosca è oggi il primo fornitore di petrolio per New Delhi (oltre 1,7 milioni di barili al giorno, pari al 35% delle importazioni indiane), mentre il Brasile resta un alleato strategico per energia e agricoltura. La Nuova Banca di Sviluppo dei Brics ha già approvato progetti per oltre 32 miliardi di dollari, di cui 18 solo in India. Un modo per finanziare infrastrutture chiave senza dipendere esclusivamente da Washington o Bruxelles.

Tra Usa, Cina e sfide commerciali

I rapporti con gli Stati Uniti restano ambivalenti, complicati da dazi fino al 50% su alcuni prodotti indiani. Al contempo, cresce la dipendenza da Pechino: il deficit commerciale con la Cina è balzato da 39 miliardi di dollari nel 2020 a 94 miliardi nel 2024. Per questo New Delhi diversifica: nuovi accordi con Qatar, Brasile e altri partner servono a consolidare la sua autonomia strategica.

Il segnale nei voti Onu

Anche all’Assemblea generale delle Nazioni Unite emerge la linea del “non allineamento 2.0”. Secondo uno studio del quotidiano The Hindu, tra il 1946 e il 2025 l’India ha votato a favore in media del 56% delle risoluzioni, ma le astensioni sono salite al 44%, record storico. Una scelta che – spiegano gli analisti – permette a New Delhi di guadagnare margini di manovra, evitando di schierarsi rigidamente da una parte o dall’altra.

L’India come ago della bilancia

Nella corsa alle nuove sfere di influenza globali, l’India si posiziona come ago della bilancia. Una potenza capace di sedere a tavoli opposti, dal G7 ai Brics, dalla SCO al Quad, con un obiettivo chiaro: non essere spettatrice, ma protagonista nella costruzione del nuovo ordine mondiale.

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