Cottarelli: “Una tassa globale contro la diseguaglianza”

L’economista: “Occorrerebbe un maggiore coordinamento tra le politiche di tassazione dei vari paesi a livello globale. Se il commercio, i capitali, i movimenti di persone, i redditi sono globalizzati, perché non dovrebbero essere globalizzate anche le politiche di tassazione su tali redditi?”

Cottarelli: “Una tassa globale contro la diseguaglianza”

“È noto che una riduzione della povertà assoluta e una distribuzione del reddito più egualitaria a livello globale è stata accompagnata da un aumento dell’ineguaglianza nella maggior parte dei paesi – scrive Carlo Cottarelli su Business Insider -. Le due cose - minore disuguaglianza globale e maggiore disuguaglianza nei singoli paesi - non sono in contraddizione perché la crescita dell’ineguaglianza all’interno dei vari paesi è stata accompagnata da un forte spostamento della distribuzione del reddito dai paesi più ricchi ai paesi emergenti e in via di sviluppo. La crescente disuguaglianza nei vari Stati si è rivelata per ora sostenibile proprio perché quelli relativamente più poveri beneficiavano di una crescita più elevata e i poveri di quei paesi diventavano via via meno poveri: perdevano strada nei confronti dell’1% più ricco della popolazione dei loro paesi, ma il loro reddito aumentava rapidamente”.

L’economista, poi, passa alle possibili soluzioni. “Se il problema da risolvere è la concentrazione del reddito nelle mani di pochi, la soluzione più ovvia è quella di utilizzare lo strumento della tassazione progressiva a fini redistributivi – spiega Cottarelli -. Si può sostenere che un aumento della progressività della tassazione potrebbe danneggiare l’efficienza economica riducendo gli incentivi a creare ricchezza. Tuttavia, alcuni recenti studi dell’Fmi concludono che, partendo dall’attuale livello di progressività, una maggiore tassazione dei redditi più elevati non causerebbe significative perdite di efficienza economica e stimoli alla crescita”.

Ma ammette: “In un mondo sempre più globalizzato è sempre più difficile tassare i ricchi e il capitale perché questi si spostano più facilmente da un paese all’altro a seconda del diverso livello di tassazione. Questa maggiore mobilità genera una competizione tra paesi per attrarre capitale che è responsabile della tendenziale riduzione della progressività nei sistemi fiscali osservata negli ultimi 40 anni. A colpi di tagli delle tasse sui profitti delle imprese e sui redditi più elevati, le politiche di tassazione hanno così finito per approfondire i cambiamenti nella distribuzione del reddito”.

Quindi? “La soluzione ci sarebbe – continua Cottarelli -. Occorrerebbe un maggiore coordinamento tra le politiche di tassazione dei vari paesi a livello globale. Se il commercio, i capitali, i movimenti di persone, i redditi sono globalizzati, perché non dovrebbero essere globalizzate anche le politiche di tassazione su tali redditi? Perché, in altri termini non dovrebbe esistere una World Tax Organization che almeno promuova una maggiore armonizzazione delle politiche di tassazione?”.

È lui stesso, infine, ad abbozzare una risposta: “Il motivo per cui questo non avviene ha strettamente a che fare col fatto che la tassazione è l’essenza della sovranità e che trasferire parte della propria autorità di tassazione a qualche organismo internazionale è politicamente difficile, soprattutto in tempi di scetticismo verso il ruolo delle organizzazioni internazionali”.

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