Gualtieri: le condizioni per il prestito a Fca. E poi “no alla patrimoniale”

Furiosa polemica. Dare o no la garanzia pubblica per un prestito da 6,3 miliardi alla casa automobilistica? Gualtieri fissa le condizioni

Gualtieri: le condizioni per il prestito a Fca. E poi “no alla patrimoniale

Sul maxi-prestito chiesto da Fca Italia allo Stato aumenta d'intensità il dibattito pubblico e sale la pressione del governo sul gruppo automobilistico. Il tiro incrociato è andato in onda sugli schermi di La7.

Ha aperto il fuoco, a Ottoemezzo il vicesegretario Pd Orlando, già nei giorni scorsi molto critico sulla richiesta di Fiat-Chrysler. “Per me i soldi che lo Stato dà, anche tramite garanzie, devono essere vincolati a obbiettivi. La Fiat, secondo uno studio, fino al 2013 ha ricevuto 7,5 miliardi e molto spesso ha disatteso gli impegni presi, vedi il progetto Fabbrica Italia. Quindi – dice Orlando – se John Elkann ha detto che ‘di mancata distribuzione dei dividendi non se ne parla, perché è un impegno scolpito nella pietra’, beh allora devono essere scolpite nella pietra anche le garanzie che Fca darà al Paese”.

Un’ora dopo, dagli stessi schermi, è il ministro dell’Economia in persona, pur con toni meno risentiti e perentori del n.2 del Pd, a scandire le condizioni. “Il negoziato sul prestito da oltre 6 miliardi è ancora in corso - ha detto Roberto Gualtieri ospite a Piazza Pulita - ma sia chiaro che si tratta, appunto, di un prestito che Fca dovrà restituire, e con gli interessi. Non solo: lo Stato ci guadagnerà ulteriormente perché per importi così consistenti l’attivazione della garanzia pubblica si paga. Il guadagno sarà di 150 milioni” (“150 miliardi” è il lapsus del ministro, in diretta).

C’è poi una serie di altre condizioni. “Le risorse dovranno essere utilizzate per la filiera dei fornitori in Italia, Fca dovrà garantire tutti gli investimenti che si era impegnata a fare nel nostro Paese e il pieno livello occupazionale attuale. Non solo: non deve delocalizzare”. Insomma quattro pesanti “impegni da rispettare in maniera molto rigida, altrimenti si perde il prestito”, afferma Gualtieri.

Il quale poi, incalzato da Corrado Formigli sulla scottante questione del finanziamento a una società che ha doppia sede all'estero, legale in Olanda e fiscale in Gran Bretagna, risponde: “La richiesta ci è venuta da Fca Italia, perché il decreto liquidità riguarda solo le imprese italiane. La sede in Olanda riguarda la controllante, perché lì è consentito il voto plurimo, e noi, con il decreto rilancio puntiamo a introdurlo anche in Italia. Ciò detto – conclude il titolare dell’Economia – siamo molto arrabbiati con i Paesi dell’Unione europea che fanno dumping fiscale”.

E Formigli, riprendendo l’aut-aut proprio di Orlando, chiede conto del perché il governo non chieda a Fca di far tornare la sede in Italia, anche alla luce della prossima fusione di Fca con i francesi di Psa. Arriva una risposta che segna una divergenza con i “duri” della maggioranza, quali lo stesso Orlando e molti dentro il M5S. “Anche PSA è d’accordo nello scegliere la sede in Olanda. Che facciamo, li facciamo venire qui per il prestito e poi sei mesi dopo vanno ad Amsterdam?”.

In chiusura di trasmissione c'è il tempo per affrontare un'altra vexata quaestio: “Farete la patrimoniale?”. Risposta lapidaria: “No. La patrimoniale non è nel programma di governo. Certo non faremo la flat tax, anch’essa non nel programma, e non faremo la patrimoniale”. 

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