Aubry: “Il problema è che la salute non è considerata un bene comune”

L’eurodeputata del Gue: “La Commissione europea si è piegata alle aziende. La sola strada possibile è togliere la proprietà intellettuale sui brevetti”

Aubry: “Il problema è che la salute non è considerata un bene comune”
Manon Aubry

Scarsità di vaccini, paesi che si sganciano dalle scelte comuni per trovare vie nazionali, polemiche, la Ue naviga ancora in acque agitate nella risposta alla crisi del Covid, mentre fuori dal blocco alcuni paesi cominciano a vedere la fine del tunnel. Su tutti Stati Uniti e Regno Unito.

Di chi sono le responsabilità per questa situazione? L’eurodeputata Manon Aubry, della France Insoumise, un passato nell’ong Oxfam, co-presidente del gruppo Gue, non ha dubbi: punta il dito contro la Commissione Ue e la logica di mercato che ha guidato tutte le sue mosse. Lo ha fatto in un intervento al Parlamento europeo qualche giorno fa. Quindi, come si suol dire, la notizia non è fresca. Ma il suo contenuto resta invece attualissimo.

“La logica di mercato e di libero scambio ha prevalso – spiega l’eurodeputata -. Il problema di fondo è che la salute non è considerata un bene comune, ma un prodotto come un altro sul mercato”. La soluzione? L’idea di Aubry è drastica: “La sola strada possibile è togliere la proprietà intellettuale sui brevetti alle multinazionali”.

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