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Il secondo trimestre del 2025 segna un risultato amaro per l’economia tedesca: Pil -0,3%, a fronte delle attese di una crescita minima dello 0,1%. I dati di Destatis certificano che la locomotiva europea continua a perdere colpi, aggravando la pressione sul cancelliere Friedrich Merz.
Merz, promesse disattese
A poco più di 100 giorni dall’insediamento, l’ex banchiere aveva promesso di “rimettere in carreggiata” l’economia. Ma nonostante missioni internazionali e nuove misure, la Germania resta bloccata da costi energetici elevati, export in crisi e una recessione più profonda del previsto.
Elettori delusi e AfD in ascesa
I sondaggi mostrano un crescente malcontento: due terzi dei tedeschi si dichiarano insoddisfatti del governo, mentre l’estrema destra di AfD conquista consensi diventando primo partito. La promessa di una svolta economica, al momento, non convince i cittadini.
Le riforme ostacolate dalla coalizione
Il piano di Merz punta a un “autunno di riforme” con taglio della burocrazia e incentivi al lavoro. Tuttavia, la coalizione con la SPD frena l’agenda pro-business: i socialdemocratici spingono per più tasse e maggiore spesa sociale, complicando la strategia del cancelliere.
Futuro incerto per l’economia tedesca
Con l’industria in calo, esportazioni penalizzate dai nuovi dazi Usa e insolvenze aziendali ai massimi da dieci anni, la Germania rischia di restare intrappolata in una stagnazione prolungata. Il destino politico di Merz dipenderà dalla capacità di trasformare le promesse in risultati concreti.