Il premier petroliere, la siccità e la crisi energetica scuotono il Marocco

Conflitto di interessi in salsa marocchina: Aziz Akhannouch è al contempo primo ministro del Marocco e principale azionista di Afriquia, azienda leader nella distribuzione di idrocarburi

Il premier petroliere, la siccità e la crisi energetica scuotono il paese

La crisi energetica, provocata dalla ritrosia di molti governi a svoltare verso una concreta transizione ecologica ed esacerbata dal conflitto in Ucraina, sta colpendo numerosi Stati a livello globale.

Nel caso del Marocco, tuttavia, il contesto è aggravato da una situazione che riguarda il premier Aziz Akhannouch che riveste un doppio ruolo: oltre a quello istituzionale è anche amministratore delegato, nonché principale azionista, di Afriquia, azienda leader nel mercato locale della distribuzione degli idrocarburi.

Nell’aprile 2022, Akhannouch è stato costretto a difendersi in Parlamento, negando l’esistenza di un conflitto di interessi. E definendo come “menzogne” le critiche dell’opposizione riguardanti gli “enormi profitti” generati dall’azienda grazie all’impennata dei prezzi.

Secondo Le Monde, il prezzo del gasolio ha raggiunto i 14 dirham al litro, salendo del 3,3% rispetto all’anno scorso. Ma l’inflazione non ha un impatto soltanto sul carburante: anche i prodotti alimentari costano sempre di più, fattore a sua volta influenzato dalla siccità che sta attanagliando il paese nordafricano.

Al centro del dibattito parlamentare, non a caso, c’è stata la richiesta di limitare i margini dei distributori di carburante. Afriquia da sola nel 2021 ha fatturato l’equivalente di oltre 700 milioni di dollari.

Nonostante il governo riconosca che il Paese disponga di bacini petroliferi inesplorati, il Marocco è ancora completamente dipendente dalle importazioni di idrocarburi. Ciò nonostante, fino al 2015, i sussidi statali assicuravano la stabilità dei prezzi alle pompe di benzina.

Ora che il mercato è stato liberalizzato, però, i distributori di carburante sono tacciati di strappare margini “eccessivi”. Akhannouch si è trovato così sul banco degli imputati, impersonificando la collusione tra classe dirigente e mondo degli affari.

Con un patrimonio di oltre due miliardi di dollari e una carriera ininterrotta come ministro dell’Agricoltura dal 2007, Akhannouch è, secondo Forbes, il tredicesimo uomo più ricco dell’Africa e il secondo in Marocco. Nell’ottobre 2021, è stato nominato primo ministro dal re Mohammed VI, l’uomo più ricco del Marocco.

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