Prosegue la caccia al tesoro di Gheddafi. Spuntano tracce italiane…

Un tesoro da 400 miliardi di euro. L’oro di Gheddafi è sparso in mezzo mondo. Una parte è nelle banche svizzere e un’altra in Belgio presso Euroclear. Poi ancora dietro fiduciarie a Malta e in Bahrein. Forse anche in Italia dove si sta indagando sui conti dell’Ambasciata libica

Prosegue la caccia al tesoro di Gheddafi. Spuntano tracce italiane…

Un tesoro da 400 miliardi di euro. L’oro di Gheddafi è sparso in mezzo mondo. Un articolo dettagliato di Mario Gerevini su “Il Corriere della Sera” prova a comporre il puzzle. Una parte è nelle banche svizzere e un’altra in Belgio presso Euroclear. Poi ancora dietro fiduciarie a Malta e in Bahrein. Forse anche in Italia dove si sta indagando sui conti dell’Ambasciata libica. Oltre al Tesoro della famiglia del dittarore libico, c’è inoltre il tesoro di Stato e per una parte significativa corrisponde al portafoglio del fondo sovrano Libyan Investment Authority-Lia (67 mld dichiarati anni fa). C'è anche un terzo tesoro accumulato dai funzionari libici che ai tempi del regime incassavano parcelle su ogni affare concluso.

In Belgio la guerra legale è stata scatenata dal principe Laurent, fratello del re. Nel 2008 il Global Sustainable Development Trust, fondato dal principe, firma un contratto da 70 mln con la Libia, poi rotto unilateralmente nel 2010 da Tripoli. Per tale motivo lo Stato nordafricano deve rimborsare 48 milioni di dollari. E in Belgio c’era una quota da 14 mld. Si tratta perlopiù di titoli (detenuti presso Euroclear) che in questi anni hanno maturato mld di dividendi, a loro volta sfuggiti al congelamento. E anche ai creditori dello Stato libico. Tuttavia, in Euroclear i legali del Trust hanno trovato appena 5 mld. Dov'è finito il resto? La questione in Belgio resta aperta.

Un’altra parte del Tesoro è in Barhein, presso l’Arab Banking Corporation (Abc), controllata a sua volta dalla Banca centrale di Tripoli. In quella banca il fondo sovrano Lia depositò tre anni fa i 630 mln di euro in titoli dell’Eni (l’1,1% del capitale). Abc ha una filiale a Milano e le partecipazioni italiane non si limitavanao al cane a sei zampe: Fiat, Bancaroma, Tamoil, Juventus, Triestina Calcio, Banca Ubae (controllo), Finmeccanica, Retelit, Unicredit. Solo per citare le più importanti.

È proprio sui beni libici in Italia che puntano i legali che difendono le imprese creditrici del Paese nordafricano. Sono così spuntati 13 conti correnti presso Ubae (68% Libyan Foreign Bank e 11% Unicredit) intestati all’ambasciata libica. Nel periodo 2013-2017 i saldi attivi sarebbero stati superiori a 19 mln e i movimenti in contante intorno ai 9 mln. Cifre che paiono sproporzionate rispetto all’operatività di un’ambasciata di limitate dimensioni. Nel frattempo sono emersi cinque conti corrente dell’ambasciata libica in Unicredit, banca di cui Tripoli è stata tra i principali soci fino a poco tempo fa. Si indaga anche su questo. 

Belgio e Barhein rappresentano i due casi più eclatanti. Il Tesoro del leader libico ha preso innumerevoli strade. La caccia al tesoro continua.

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