Theresa May prova a placare la ribellione all'interno del suo partito. Con un breve intervento alla Camera dei Comuni, la premier britannica ha annunciato che, qualora la Camera dei Comuni non approvasse (entro il 12 marzo) il suo accordo, farà votare il Parlamento sul "no deal", cioè sull'uscita senza intesa dall'Ue, e successivamente, se la mozione cadesse in aula, di mettere ai voti un "breve rinvio" della Brexit.
di Francesco Paolini
27 Febbraio, 2019
Regno UnitoStrategie & RegoleGiornalisticaNewsBrexit
Theresa May
Si potrebbe così arrivare a un'estensione della scadenza prevista il 29 marzo. Decisivi saranno i giorni 12, 13 e 14 marzo, quando si concentreranno tutte queste votazioni in pochi giorni.
La mossa della premier arriva dopo le pressioni dell'ala moderata del suo partito conservatore. È molto probabile che, a questo punto, venga approvato un rinvio della scadenza del 29 marzo. Un'uscita senza accordo, secondo alcuni analisti, potrebbe avere conseguenze pesanti per l'economia britannica ed europea.
A meno che i brexiters ribelli del suo partito, spaventati da un rinvio troppo lungo e dal possibile deragliamento della Brexit, non si compattino con la premier e si accontentino del suo piano.
A questo punto il no-deal appare sempre meno probabile, perché il Parlamento ha già dimostrato di avere una maggioranza contro l'uscita senza accordo e, qualora May fallisse, questo scenario potrebbe facilmente ripresentarsi in aula.
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