
Il 21 ottobre 2025, il Parlamento giapponese ha eletto Sanae Takaichi come nuovo primo ministro del Giappone, segnando un punto di svolta: è la prima donna a guidare il governo nipponico. Con 237 voti alla Camera bassa (su 465 seggi) ha superato la soglia della maggioranza.
La marcia verso Palazzo Kantei: leadership e alleanze
Takaichi, 64 anni, era già stata eletta il 4 ottobre alla guida del partito dominante, il Liberal Democratic Party (LDP) — che governa il Giappone quasi ininterrottamente dal 1955. Tuttavia il partito aveva subito un forte calo nei consensi e perso la maggioranza in entrambe le camere. Davanti all’uscita del tradizionale alleato Kōmeitō, Takaichi ha concluso un accordo coalizionale con il Japan Innovation Party (Ishin no Kai) per assicurarsi il sostegno necessario.
Programma politico: spinta conservatrice e dossier chiave
Takaichi viene definita ultraconservatrice, vicina all’ex premier Shinzo Abe e ammiratrice della britannica Margaret Thatcher, che cita come fonte di ispirazione.
Tra gli obiettivi principali:
aumento della spesa per la difesa, revisione costituzionale e rafforzamento dell’alleanza con gli Stati Uniti;
misure economiche: stimolo fiscale, tagli, sostegni contro l’inflazione e il caro-vita;
politica migratoria più rigida e maggiore attenzione alla sovranità nazionale.
Questioni irrisolte e sfide immediate
Nonostante il traguardo storico, il suo governo parte da condizioni fragili: la coalizione LDP-Ishin detiene 231 seggi alla Camera bassa, sotto la maggioranza assoluta. Sarà quindi necessario trovare altri alleati per far avanzare la legislazione.
Dal punto di vista sociale, la nomina non equivale automaticamente a un balzo in avanti per la parità di genere: il Giappone è ancora al 118° posto su 146 paesi nel rapporto sul divario di genere, e Takaichi è contraria a riforme-chiave come cognomi separati per coppie sposate e successione imperiale femminile.
Cosa cambia davvero per il Giappone e per il mondo
L’ascesa di Takaichi segna un momento simbolico per il Giappone, ma la direzione politica resta fortemente conservatrice.
A livello internazionale, si prevedono intensificazioni della cooperazione con gli USA, ma anche possibili frizioni con la Cina e la Corea del Sud sulle questioni della memoria storica e della difesa.
Per l’economia, i mercati hanno reagito positivamente all’annuncio della sua elezione: attese politiche di stimolo e riforme.
Perché questa nomina fa notizia
Raramente un paese con una forte tradizione patriarcale ha visto una donna assumere il ruolo di primo ministro. Eppure, la nomina di Takaichi non è una vittoria del liberalismo femminista, ma piuttosto l’emergere di una donna in un contesto conservatore che intende mantenere lo status quo su molte questioni sociali. Questo binomio — rottura storica + continuità ideologica — è ciò che rende la sua elezione particolarmente rilevante.