Plastica, l'invenzione miracolosa che ora minaccia il nostro pianeta

Plastica, l'invenzione miracolosa che ora minaccia il nostro pianeta

Quando i membri di un team australiano di ricerca ambientale lo scorso anno hanno visitato Henderson Island, una piccola isola di 3000 ettari nell'Oceano Pacifico non hanno trovato spiagge incontaminate bensì montagne di detriti di plastica. Hanno contato oltre 670 articoli in plastica per metro quadrato, per un totale stimato di 38 milioni di pezzi. Cambiando emisfero la situazione resta grave. Alcune indagini condotte l’anno scorso sul pescato nel Regno Unito hanno rilevato che un pesce su tre aveva grandi quantità di microplastiche nel corpo. Ma nessuno sa ancora quanto ci stia facendo male.

Quando la plastica fu inventata per la prima volta circa 110 anni fa, fu vista come un'invenzione miracolosa. Ancora oggi l'importanza di questo materiale leggero e praticamente indistruttibile non può essere sottovalutata, sia nel campo alimentare che sanitario. Basti pensare, ad esempio, alle siringhe monouso. Ma la nostra incapacità di gestire i rifiuti di plastica ha trasformato un materiale miracoloso nell'incubo della natura.

Gli accademici dell'Università della California, a Santa Barbara, hanno calcolato che i produttori di materie plastiche del mondo hanno creato nel corso dell'ultimo secolo 8,3 miliardi di tonnellate di plastica, con 2 miliardi di tonnellate ancora in uso e 6,3 miliardi di tonnellate scartate come rifiuti. Di questi 6,3 miliardi di tonnellate, il 79 per cento è andato in discarica in tutto il mondo, mentre il 12 per cento è stato incenerito e solo il 9 per cento riciclato.

Sono numeri impressionanti, che hanno spinto Lisa Svensson, capo degli oceani alle Nazioni Unite, a dichiarare: "Questa è una crisi planetaria". Sembrano averlo capito pure le multinazionali. James Quincey, amministratore delegato di Coca Cola, che utilizza 110 dei 480 miliardi di bottiglie di plastica prodotte ogni anno, ha garantito la riciclabilità entro il 2040. McDonald's ha deciso che tutte le confezioni saranno prodotte da fonti sostenibili entro il 2025.

Anche la maggior parte dei governi riconosce la gravità del problema, ma pochi sono andati oltre all’imposizione dei sacchetti biodegradabili nei supermercati. Un’eccezione è costituita dalla Norvegia, dove è previsto un deposito cauzionale per chiunque acquisti una bevanda contenuta in una bottiglia di plastica. Il risultato è che il 97% di tutte le bottiglie viene ora restituito. Occorre seguire l’esempio norvegese, oltre a insistere sul fatto che l'industria gestisca i propri rifiuti e si occupi del problema alla fonte.

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