
Secondo alcune indiscrezioni, Shell starebbe considerando la possibilità di acquisire la rivale BP, uno dei colossi storici del petrolio britannico. Le speculazioni circolano mentre le azioni BP hanno perso oltre il 30% negli ultimi 12 mesi, complice il fallimento del piano di rilancio dell’attuale Ceo, Murray Auchincloss, e il calo dei prezzi del petrolio.
BP in crisi: calano utili e fiducia degli investitori
BP oggi vale circa 55,9 miliardi di sterline, contro i 145,6 miliardi di Shell. Il Ceo Auchincloss ha annunciato a inizio anno una strategia di svolta: meno vincoli ambientali e più investimenti nei combustibili fossili. Ma gli investitori non hanno reagito con entusiasmo. Gli utili del primo trimestre 2025 sono scesi del 50% su base annua, passando da 2,7 miliardi a 1,4 miliardi di dollari.
Shell in forma: solidi profitti e appetito per la crescita
Shell ha registrato 5,6 miliardi di dollari di utili rettificati nel primo trimestre, in calo del 28% ma comunque sopra le attese degli analisti. Con una posizione finanziaria più solida, la compagnia potrebbe cogliere l’occasione per rafforzare il proprio dominio nel settore energetico, acquisendo una concorrente in difficoltà.
Una fusione storica? Implicazioni per il mercato globale
Un’acquisizione di BP da parte di Shell rappresenterebbe una delle più grandi fusioni nella storia del settore oil & gas, con enormi implicazioni: ristrutturazione degli asset globali; ridefinizione delle strategie climatiche; potenziale impatto sui prezzi del petrolio; possibili interventi delle autorità antitrust, in Europa e negli Usa. La fusione Shell-BP potrebbe così riscrivere gli equilibri nel mercato dell’energia, tra nuove strategie fossili e vecchie crisi industriali.