Amazon taglia 18mila posti di lavoro (confermando la crisi attraversata dalle Big Tech)

I licenziamenti annunciati rappresentano circa l’1% della forza lavoro complessiva: a fine settembre 2022 l’azienda poteva contare su più di 1,5 milioni di dipendenti

Amazon taglia 18mila posti di lavoro

Amazon.com Inc. ha deciso di licenziare complessivamente più di 18mila dipendenti, la più grande riduzione della forza lavoro nella storia aziendale, confermando la profonda crisi che sta attraversando il settore tecnologico. L’amministratore delegato Andy Jassy ha annunciato al personale il piano di licenziamenti con una nota il 4 gennaio.

Sebbene la prospettiva di consistenti licenziamenti incombesse su Amazon da tempo - la società ha riconosciuto di aver assunto troppe persone durante la pandemia - il totale del personale interessato, in aumento rispetto alle previsioni, suggerisce che le prospettive dell’azienda si siano complicate negli ultimi mesi. L’intervento sulla forza lavoro allinea Amazon ad altri aziende Big Tech decise a ridurre i ranghi del personale. Salesforce Inc. ad esempio ha annunciato l’intenzione di eliminare circa il 10% della forza lavoro.

Gli investitori di Amazon hanno reagito positivamente agli ultimi sforzi per stringere la cinghia, scommettendo su un aumento dei profitti della società di e-commerce. Le azioni sono salite di quasi il 2% negli ultimi scambi dopo che il Wall Street Journal ha riportato per la prima volta il piano.

Il licenziamento complessivo di 18mila dipendenti costituisce il taglio di forza lavoro più consistente mai portato avanti da un’azienda Big Tech nel corso dell'attuale congiuntura economica negativa, ma il colosso fondato da Jeff Bezos ha anche una forza lavoro molto più grande rispetto alle altre aziende della Silicon Valley. A fine settembre 2022 poteva contare su più di 1,5 milioni di dipendenti, così che gli ultimi tagli annunciati rappresenterebbero circa l’1% della forza lavoro.

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