La generazione perduta del Covid: buchi di apprendimento del 30-50%

Studi in Olanda, Francia e Usa già certificano le lacune accumulate in lockdown

La generazione perduta del Covid: buchi di apprendimento del 30-50%

Ad accendere una spia rossa sono i risultati di primi studi internazionali sulle competenze degli alunni costretti a lockdown più o meno prolungati e al ricorso alle lezioni on line a causa del Covid-19. Un primo paper riguarda l’Olanda, dove le chiusure severe sono durate otto settimane e il sistema formativo ha potuto disporre di ottime strumentazioni e collegamenti per la didattica in remoto. Ebbene, i ricercatori hanno evidenziato che la differenza negli esiti indicava che il periodo della didattica a distanza corrispondeva a una vera e propria mancanza: in altri termini, durante quel periodo, gli studenti avevano imparato poco o nulla.

Un altro esempio è la Francia, che già dalla scorsa estate, a differenza che da noi, ha messo in campo un sistema di attività compensative, articolate poi sino all’autunno a scuola iniziata, per provvedere al recupero delle competenze carenti che sono state accertate mediante specifiche prove con l’apertura delle scuole. Anche Parigi ha scoperto, ed è subito corsa ai ripari, che gli studenti francesi avevano accumulato lacune nelle materie tecnico-scientifiche, in parte, seppur meno, anche in quelle letterarie. «Altri studi condotti negli Usa hanno confermato il trend, evidenziando come le perdite di apprendimento maggiore riguardino la matematica rispetto alla comprensione della lettura. Questo perché, viene sostenuto, la matematica è insegnata a scuola sistematicamente e in genere i genitori sono meno “attrezzati” su questa disciplina, per cui la didattica a distanza da un lato, e la scarsa competenza di mamma e papà dall’altro, finiscono per avere un effetto cumulativo peggiorativo dell’apprendimento”.

Il direttore della Fondazione Agnelli, Andrea Gavosto, conferma la preoccupazione. “Gli studi americani – spiega - rivelano un gap formativo stimato in un range dal 35 al 50% in matematica e nella propria lingua rispetto agli studenti degli anni prima allo stesso punto del programma, con variazioni in base al grado di scuola: peggio al primo ciclo, un po’ meglio alle superiori. In Olanda in otto settimane di lockdown si è perso circa il 20% del progresso previsto per l’anno scolastico. Se in Italia le cose fossero andate come nei Paesi Bassi, la perdita di apprendimenti causata dalle 14 settimane di chiusura da marzo sarebbe probabilmente superiore al 30%. A cui andrebbe poi aggiunta quella degli ultimi mesi, in questo caso soprattutto alle superiori”.

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