I paradossi del mercato del lavoro spagnolo

La disoccupazione scende ma il mercato del lavoro resta “sofferente”. Il tasso di disoccupazione delle regioni più colpite dalla grande recessione è di circa il 20%. Il differenziale con quelle più perfomanti è ora di 10 punti percentuali, ma prima della crisi erano 6. Alla base del peggioramento tre fattori: alta disoccupazione, mancanza di manodopera qualificata e riduzione della forza lavoro

Paradossi del mercato del lavoro

La crisi ha trasformato la geografia dell'occupazione in Spagna. E non solo perché le disuguaglianze tra le comunità si sono aggravate. Il tasso di disoccupazione delle regioni più colpite dalla grande recessione è di circa il 20%. Il differenziale con quelle più perfomanti è ora di 10 punti percentuali, ma prima della crisi erano 6.

Nonostante la forte crescita economica durante la fase di ripresa in atto, la maggior parte delle regioni continua a mostrare tassi di disoccupazione elevati (sebbene sia in diminuzione), specialmente nell’area meridionale del paese. Come per il Sud italiano il rischio è la “stagnazione secolare”.

Laddove, invece, le imprese sono pronte ad assumere trovano difficoltà nel reperire manodopera adeguatamente qualificata. Ecco perché anche nelle aree più ricche (ad esempio Navarra, Paesi Baschi, Aragona, Cantabria, La Rioja e Baleari) nonostante si stia avvicinando ai livelli pre-crisi, il tasso di disoccupazione resta stabilmente al di sopra del 10%. È questo gap che sta alla base dell’aumento della mobilità.

C’è carenza, sebbene in un’altra forma, anche nelle aree rurali: il problema qui è lo spopolamento. Anche se l'occupazione è aumentata leggermente, il calo della forza lavoro si traduce in una significativa, e paradossale, riduzione della quota di coloro che sono alla ricerca di un’occupazione. Per questi territori, la sfida è demografica prima ancora che occupazionale.

Le correlazioni tra questi tre deficit – alta disoccupazione, mancanza di manodopera qualificata e riduzione della forza lavoro (data dallo somma di occupati e disoccupati) – rischiano di far avvitare il mercato del lavoro spagnolo in un circolo vizioso.

Per far fronte alle richieste delle imprese, la mobilità interregionale è aumentata di oltre il 60% tra il 2013 e il 2017, ma non è la panacea. Così facendo è aumentato anche lo spopolamento. Il che ci riporta all’aumento della distanza tra aree più e meno ricche del paese. Con l’effetto di ridurre il grado di convergenza tra le regioni e aumentare la disuguaglianza.

Il Sud della Spagna è sulle orme del Mezzogiorno d’Italia? Per uscirne la via è una: attrarre investimenti nelle aree più depresse. 

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