Trump mette a rischio ciò che promette di salvare: gli "American jobs"

I dazi proposti dal presidente statunitense potrebbero rivelarsi un clamoroso effetto boomerang e ridurre l'occupazione negli Usa

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La decisione di imporre dazi su acciaio e alluminio importati negli Usa ha intanto mietuto una vittima importante. Si è dimesso Gary D. Cohn, il principale consigliere economico del presidente statunitense. La situazione ora sembra volgere al peggio per Trump, nonostante la base elettorale sembra in buona parte ancora convinta della bontà della politica economica trumpiana.
Trump mette a rischio ciò che promette di salvare: gli "American jobs"
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump

Quello che il presidente degli Stati Uniti non ha capito è che i suoi concittadini rappresentano un paese di lavoratori. Anzi, l'identità a stelle e strisce si specchia nel lavoro. Ecco perché gli statunitensi difenderanno i loro posti con le unghie piuttosto che sperare di acquistare una nuova lavatrice con il 20% di sconto.

Iniziamo col riconoscere che l'acciaio cinese pone davvero un problema ai produttori statunitensi, ma non quello immaginato da Trump. La Cina ha inondato il mercato mondiale di acciaio a basso costo rendendo difficile per i produttori Usa continuare a proporre prezzi capaci di remunerare gli ingenti capitali investiti nella costruzione di impianti metallurgici e siderurgici. La speranza delle aziende statunitensi è stata fino ad ora quella di tenere duro in attesa che i prezzi tornassero a salire. Ma questo accadrà difficilmente se questa scelta è adottata da buona parte delle imprese, almeno non prima che alcune falliscano.

La Cina ha un'enorme capacità produttiva di acciaio creata quando il paese cresceva al ritmo del 10% annuo; ora che il Pil è rallentato, l’eccesso di produzione sta mettendo pressione su tutte le principali aziende del settore. La cosa, tuttavia, che molti americani non sanno è che gli Stati Uniti già oggi impongono pesanti dazi "antidumping" sull'acciaio cinese.

A fronte dell’aumento ulteriore dei dazi, quindi, la Cina non potrà che decidere di esportare quell’acciaio in mercati ora dominati dalle aziende statunitensi. Così facendo, tuttavia, i prodotti esteri diventerebbero più economici e quindi anche più appetibili per i consumatori a stelle e strisce. Rendendo ancora meno competitivo l’acciaio made in Usa e mettendo a rischio l’occupazione.

E non è tutto. Le importazioni dalla Cina sono già piuttosto limitate. Il colpo più duro verrà dai partner commerciali che sono grandi importatori dagli Stati Uniti e che a fronte di nuovi dazi proveranno a vendicarsi imponendo a loro volta altri dazi. Un vero e proprio circolo vizioso.

Trump ha promesso di proteggere i posti di lavoro. Così facendo non ci riuscirà.

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