Bp e Shell , due giganti petroliferi britannici, hanno da tempo investito soldi nei parchi solari ed eolici. Invece, i loro rivali a livello globale si sono per lo più attenuti alle trivellazioni (non solo di petrolio). Una scelta comunque premiata dagli investitori.
Il colosso statunitense ExxonMobil vale 510 miliardi di dollari, la metà di quanto vale il duo britannico messo insieme. Il prezzo delle sue azioni è tuttavia aumentato del 50% negli ultimi cinque anni, rispetto a un aumento del 10% per Shell e a una riduzione del 13% per Bp.
Il fatto che ExxonMobil non abbia investito direttamente nella produzione di energia eolica e solare in termini di produzione non significa che il gigante americano sia insensibile alle rinnovabili. Tutt’altro. Invece di dedicarsi alla generazione, sta scommettendo indirettamente sulla transizione energetica.
Il 25 giugno ha siglato un accordo preliminare per la fornitura di litio a un produttore sudcoreano, le cui batterie agli ioni di litio alimenteranno Ford e Hyundai elettriche. Ciò fa seguito all’annuncio lanciato a novembre in merito all’avvio della perforazione del suo primo pozzo di litio in Arkansas. Entro il 2030 l’azienda punta a produrre abbastanza litio utile per mettere su strada un milione di veicoli elettrici all’anno.