
Sabato a New York si sono mobilitati tutti i cinque borough: cinquemila persone o più? Decine di migliaia? La stima della NYPD parla di oltre 100000 manifestanti solo a Manhattan. A Times Square, già dalle 10 del mattino locale è cominciata la folla, con famiglie, costumi gonfiabili e cartelli “No Kings”. I turisti sono diventati spettatori di una marcia che si muoveva lungo la 7th Avenue verso la 14ª Strada.
Costumi, slogan e una festa urbana
Fra unicorni, dinosauri, Winnie the Pooh e topolini giganteschi, la protesta ha mescolato ironia e serietà. Un giovane vestito da Batman dichiara: “Non credo che Trump sia un re, ma oggi siamo qui per dire che non lo accettiamo”.
Immagine e governabilità sotto esame
Il nome ‘No Kings’ non è casuale: è una richiesta esplicita a Trump e al suo apparato di smettere di trattare la democrazia come un monarca trattasse i sudditi. In una fase politica delicata, la marcia assume valore simbolico e fotografico: una città che non accetta più modelli autoritari.
Oggi la piazza, domani?
Fra musica, balli e canti spontanei, la testa del corteo ha raggiunto la 14ª Strada, mentre la coda muoveva ancora a Times Square. “È ora che l’azione segua la voce”, dicono gli organizzatori: “Non basta sfilare, dobbiamo fermare tutto”.