Nelle due settimane precedenti ai fatti di cronaca che hanno coinvolto Facebook, il ceo Mark Zuckerberg ha venduto 1,14 milioni di azioni FB: lunedì 19 marzo, il primo giorno di negoziazione dopo lo scandalo Cambridge Analytica che ha coinvolto 50 milioni di account e acceso un faro sulla privacy degli utenti, le azioni di Facebook sono scese del 6,77% e martedì 20 marzo hanno ceduto un altro 5,3% attestandosi a circa 163 dollari per azione nel pomeriggio.
Nelle ultime due settimane, il fondatore del social media ha venduto 228.400 azioni l'8 marzo e altrettante il 9 marzo, 220.000 il 12 marzo, ripetendosi poi il 13 marzo, e 245.400 il 14 marzo. Questo è un totale di poco più di 1,14 milioni di azioni cedute ad un prezzo medio di 183,81 dollari, per un pagamento di quasi 210 milioni di dollari.
Intanto a settembre scorso il Ceo di FB aveva annunciato un piano di vendita (da 35 a 75 milioni di azioni) in 18 mesi per finanziare gli sforzi filantropici attraverso la Chan Zuckerberg Initiative (promossa con sua moglie Priscilla Chan) promettendo di regalare il 99% del loro pacchetto azionario per finanziarne le attività.
Nonostante queste vendite privilegiate, massicce e concentrate in pochi giorni prima del tonfo in borsa, Zuckerberg ha visto scendere la sua ricchezza a circa 66 miliardi di dollari rispetto ai 75 miliardi che deteneva quando il titolo è stato chiuso venerdì scorso, come riportano il Bloomberg Billionaire’s Index e Forbes.
Facebook ha rifiutato di commentare la vendita di insider programmata e il calo del prezzo delle azioni.
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