La Bce di fronte a un dilemma

Draghi riconosce il rallentamento economico: "Evoluzione più debole delle attese ". La Bce rischia di finire in una trappola: il contesto macro richiede che i tassi di interesse restino bassi per stimolare la crescita, ma ciò significa che non potranno essere diminuiti in caso di necessità

La Bce di fronte a un dilemma

Nel mezzo del rallentamento economico dell'Eurozona, la Bce non cambia rotta ma riconosce che i rischi sulla crescita sono peggiorati a causa delle "incertezze legate a fattori geopolitici, alla minaccia del protezionismo, alle vulnerabilità dei mercati emergenti e alla volatilità dei mercati finanziari". Un segnale atteso dagli osservatori, che mette la Bce nella condizione di esser pronta a supportare i mercati qualora il quadro macroeconomico dovesse continuare a inviare segnali negativi.

In realtà, la Banca non sembra avere molti margini di manovra. Ha interrotto il quantitative easing, anche se intende continuare a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza "per un prolungato periodo di tempo successivamente alla data in cui inizierà a innalzare i tassi di interesse di riferimento" e, in ogni caso, "finché sarà necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario". Francoforte ha, inoltre, deciso di lasciare i tassi di interesse invariati. Ed è confermato che resteranno così fino all’estate del 2019 e comunque "finchè sarà necessario per assicurare che l'inflazione continui stabilmente a convergere su livelli prossimi al 2% nel medio termine".

Tuttavia, il punto è che da un lato sarebbe opportuno continuare a sostenere la crescita con una politica monetaria espansiva (tassi bassi), dall’altro i rischi recessivi all’orizzonte (sebbene siano negati dalla Bce) suggerirebbero di alzare i tassi per poi poterli abbassare in caso di necessità. Ovvero, per risollevare le sorti di un’economia in crisi. Questo è uno degli enigmi che Mario Draghi è chiamato a risolvere a pochi mesi (ottobre 2019) dalla scadenza del suo mandato a Francoforte.

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