
La Serbia accelera verso i BRICS. Belgrado sta infatti valutando l’ingresso nella Nuova Banca di Sviluppo (NDB), l’istituzione finanziaria fondata dai Paesi BRICS nel 2015. Il ministro serbo per la Cooperazione economica internazionale, Nenad Popović, ha incontrato a Belgrado Andrei Bokarev, direttore generale del Centro regionale eurasiatico della NDB, per discutere la possibile adesione già nel 2026.
Una banca in espansione: non solo BRICS
Secondo quanto riportato dal Serbian Monitor, la NDB – nata con Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica – si è ampliata negli ultimi anni con l’ingresso di Bangladesh, Emirati Arabi Uniti, Egitto e Algeria. Ulteriori candidati sono già in lista: Uruguay, Colombia e Uzbekistan stanno completando le ultime fasi preliminari per la richiesta ufficiale. La Serbia, ora, valuta di fare lo stesso passo, collocandosi in una rete finanziaria sempre più strategica nel Sud globale.
Pronti i negoziati: la porta è aperta per Belgrado
L’incontro Popović-Bokarev è il terzo tavolo tecnico dedicato al rafforzamento dei rapporti tra Belgrado e l’istituzione finanziaria. E la risposta della NDB è chiara. “La banca è aperta all’ammissione di nuovi membri ed è pronta ad avviare il negoziato con la Serbia non appena arriverà la richiesta formale”, ha dichiarato Bokarev al termine dell’incontro. Un segnale politico ed economico che conferma la crescente volontà della Serbia di diversificare i propri partner finanziari e geopolitici.
Cosa cambierebbe per la Serbia
L’ingresso nella Nuova Banca di Sviluppo garantirebbe a Belgrado: accesso a nuove linee di credito per infrastrutture ed energia; cooperazione economica più ampia con economie emergenti; un possibile riequilibrio geopolitico tra Bruxelles, Washington e l’asse dei BRICS.
Una scelta che potrebbe incidere significativamente sulle alleanze del Paese nei prossimi anni, in un contesto europeo e globale sempre più competitivo.



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