Crisi dei chip

Crisi dei chip

Secondo i dati rilasciati dalle dogane della Repubblica Popolare Cinese, le importazioni di chip nel colosso asiatico sono crollate nel periodo compreso tra gennaio e ottobre di quest’anno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. 

La guerra tecnologica in atto con gli Stati Uniti e il rallentamento economico – dovuto anche al Covid-19 e alle misure prese da Pechino per contenerlo – hanno pesato sul più grande mercato mondiale dei semiconduttori.

Nei primi 10 mesi dell’anno, la Cina ha importato 458 miliardi di circuiti integrati (che da anni costituiscono la principale voce d’importazione cinese), segnando un calo del 13,2% rispetto allo stesso periodo del 2021 (527,9 miliardi). Sebbene il volume sia inferiore, i prezzi più elevati hanno spinto verso l’alto dell’1,3% il valore complessivo delle importazioni di chip (351,2 miliardi di dollari).

Il calo accelerato riguarda soprattutto il mese di ottobre 2022, quando il dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha disposto una serie di controlli sull’export di dispositivi utili al settore manifatturiero avanzato della Cina nel campo dei semiconduttori e aggiunto nuovi requisiti di licenza per la produzione di chip logici e di memoria.

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