La realpolitik tedesca

Berlino ha capito che contro Pechino non può competere: visto che l’invasione cinese nell’auto elettrica è già in atto su tutti i mercati mondiali (Germania inclusa), tanto vale cercarsi un partner cinese.

La realpolitik tedesca

Se non puoi sconfiggere i tuoi avversari, unisciti a loro. Sembra che in Germania stia cominciando a prevalere questo proverbio nato nell’America degli anni Trenta. Se i tuoi avversari sono più forti di te, anziché ostinarti a combatterli ti conviene fare atto di sottomissione e diventare un loro alleato. Anche a costo di essere subalterno.

Ad aver intrapreso questa via è il colosso tedesco Volkswagen (VW): visto che l’invasione cinese nell’auto elettrica è già in atto su tutti i mercati mondiali (Germania inclusa), tanto vale cercarsi un partner cinese. Eppure, fino a poco tempo fa e per molti anni il mercato cinese ha rappresentato una manna dal cielo per i costruttori tedeschi di automobili. 

Ma ora, soprattutto per effetto della rivoluzione elettrica, i consumatori cinesi sembrano aver voltato le spalle ai brand teutonici (e a quasi tutte le auto occidentali, con l’eccezione di Tesla che, un po’ come l’iPhone di Apple, continua ad avere un fascino speciale sui consumatori cinesi più benestanti).

Una situazione che ha spinto VW ad investire 700 milioni di dollari nella marca cinese di auto elettriche Xpeng (la cifra corrisponde a una quota della società pari al 5 per cento).

L’investimento è la condizione per sviluppare insieme veicoli elettrici sul mercato cinese dove le vendite dei mezzi VW hanno continuato a scendere perdendo l’1 per cento nel primo semestre di quest’anno. In parallelo anche Audi, che fa parte anch’essa del Gruppo VW, rafforzerà i legami con il partner di lunga data Saic Motors, sempre per sviluppare la gamma elettrica.

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