La gig economy negli Stati Uniti non sta cancellando i posti di lavoro tradizionali, però...

Nelle statistiche del governo non rientrano le persone che svolgono attività freelance o che ricavano reddito in altro modo, ad esempio affittando un immobile su Airbnb

La gig economy non sta bruciando i posti di lavoro tradizionali, però...

La gig economy negli Stati Uniti sta davvero ridefinendo il concetto stesso di lavoro? L'idea circola da anni, dall'ascesa di Uber in poi, ma gran parte del dibattito e delle opinioni di esperti ed economisti non si è basata su dati solidi. Recentemente il Bureau of Labor Statistics ha pubblicato la sua prima analisi approfondita sul fenomeno e la conclusione dice che il lavoro tradizionale resta saldamente in testa.

Solo il 10% è "alternativo"

Nella macrocategoria di chi è impiegato con “accordi di lavoro alternativi” nel 2017 ci sono circa il 10% dei lavoratori americani, peraltro in leggero calo rispetto all’11% del 2005. Però, come sottolinea anche Michel. R Strain, direttore degli studi di politica economica presso il think tank conservatore American Enterprise Institute, questo non vuol dire che negli ultimi dieci anni il lavoro negli Stati Uniti sia rimasto fermo: nelle statistiche del governo non rientrano le persone che svolgono attività freelance o che ricavano reddito in altro modo, ad esempio affittando un immobile su Airbnb.

Più esternalizzazioni e meno tutele

Però negli ultimi anni molte aziende hanno subappaltato gran parte delle loro attività e i dipendenti “esterni” in generale guadagnano meno e hanno minori benefici e tutele rispetto ai lavoratori equivalenti impiegati direttamente come “interni”. E questo fenomeno non viene rilevato dalle definizioni e dalle statistiche governative.

L'effetto eco dei social media

Insomma, la narrativa della gig economy che avrebbe ridefinito il concetto stesso di lavoro tradizionale sarebbe stata esagerata, come sostiene l’ad della società di personale LaSalle Network Tom Gimbel: “A causa dei social media e delle storie che circolano lì, credo che la percezione sia stata gonfiata”. E i numeri del rapporto mostrano in effetti un impatto relativamente scarso sul mercato del lavoro.

Discrepanze e possibili spiegazioni

La metodologia con cui è stata realizzata l’indagine dal Bureau of Labor Statistics, secondo gli economisti Lawrence F. Katz e Alan B. Krueger, non fa emergere il trend di rapida crescita del lavoro alternativo: questa discrepanza forse è dovuta al fatto che il boom degli impieghi della gig economy è stato reale ma, con il miglioramento dell’economia, più persone con questo tipo di rapporto sono riusciti a trovare un lavoro tradizionale e gli strumenti standard utilizzati dal governo per misurare l’occupazione hanno faticato a catturare il mutevole panorama del settore negli Stati Uniti.

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