
“Ho ereditato un disastro, ma ora l’America è tornata”. Donald Trump torna a parlare agli statunitensi dalla Diplomatic Room della Casa Bianca e sceglie la linea dell’attacco frontale a Joe Biden, rivendicando i risultati ottenuti nel suo secondo mandato e promettendo un boom economico senza precedenti.
Il discorso alla nazione
Un intervento breve, meno di venti minuti, in cui il presidente si concentra quasi esclusivamente sui temi economici e interni. La politica estera resta sullo sfondo, con un solo rapido riferimento alla crisi di Gaza e nessun accenno all’Ucraina o al Venezuela.
“Ho risolto otto guerre”
Trump rivendica successi anche sul piano internazionale, sostenendo di aver “risolto otto guerre” e di aver riportato “la pace in Medio Oriente per la prima volta in anni”. Dichiarazioni che arrivano senza dettagli, ma che rafforzano la narrativa di un’America tornata protagonista sullo scenario globale.
Economia al centro e attacco ai democratici
Il cuore del discorso è l’economia. Trump attribuisce ai democratici la responsabilità delle difficoltà ereditate e rivendica i risultati del suo operato: “Il confine più sicuro della storia”, “prezzi in calo" e “salari che crescono più dell’inflazione”. Tutto, sottolinea, in appena undici mesi.
Lavoro e inflazione: i dati che preoccupano
Le parole del presidente arrivano però in un contesto complesso. Il tasso di disoccupazione è salito al 4,6% a novembre, il livello più alto dal 2021, mentre l’inflazione resta sopra l’obiettivo del 2% fissato dalla Federal Reserve. Trump assicura che presto ci sarà un nuovo presidente della Fed “che crede nei tassi di interesse bassi”.
Il “warrior dividend” per i militari
Tra gli annunci più concreti, quello del warrior dividend: un assegno da 1.776 dollari destinato ai militari. “Gli assegni sono già stati spediti e arriveranno per Natale”, promette Trump, chiedendo agli statunitensi pazienza in attesa di benefici fiscali più ampi nel prossimo anno.
Dazi e investimenti record
Trump difende ancora una volta la sua politica sui dazi, definendoli “la mia parola preferita”. Grazie alle tariffe, sostiene, sarebbero già arrivati negli Stati Uniti 18.000 miliardi di dollari di investimenti. “Un anno fa eravamo un Paese morto. Ora facciamo invidia al mondo”, conclude.










